Ancora Italia nella settima giornata del Festival di Venezia.
A tre anni da Bella Addormentata, Marco Bellocchio porta in Concorso al Lido il suo ultimo film, Sangue del Mio Sangue.
Sdoppiato in due epoche differenti, il film racconta prima la storia di Federico Mai, uomo d'armi del Seicento che si reca in un convento per convincere la suora che ha sedotto suo fratello, prete morto suicida, a confessare di averlo spinto al folle gesto stringendo un patto col diavolo, una confessione che permetterebbe a Federico di ottenere una sepoltura in terra consacrata per il fratello. Per costringere la suora a confessare, la donna viene sottoposta ai metodi dell'inquisizione, ma intanto anche Federico rimane affascinato da lei. Cambio d'epoca, cambio di registro, stesso luogo, dove un altro Federico Mai, che si spaccia per ispettore ministeriale, ma in realtà è un truffatore, cerca di organizzare la vendita del convento a un miliardario russo, andando però a disturbare la tranquillità del Conte, un vampiro che gestisce la piccola comunità con metodi massonici.
Tanti temi diversi, alcuni molto personali, altri spiazzanti, altri ancora politico-religiosi, nel nuovo film di Bellocchio, che si approccia al festival, in particolare al Concorso, con molta serenità. "Non mi preoccupo di come andrà qui a Venezia, sono molto entusiasta e molto rilassato", ha detto il regista, "Sono qui con serietà ma forse più leggerezza rispetto al passato. Non che negli anni scorsi, sia quando ho preso batoste che quando ho avuto risultati apprezzabili, la mia vita sia poi cambiata molto... Nanni Moretti dice ciò che conta è che tu sia stato invitato, certo, però se sei in concorso non ti dispiacerebbe anche vincere".
Il film è ambientato nella città di Bobbio, tanto cara al regista. "Bobbio è il mondo, non certo perché lì si trova la verità", ha dichiarato Bellocchio, "Io sono piacentino, ma ho con Bobbio un rapporto di paternità, lì ho trovato delle costanti che si possono ritrovare anche a Roma o New York. Senza presunzione, parlando di Bobbio si può parlare dell’Italia che ha perso la sua dimensione paesana. La globalizzazione ha fatto saltare completamente la dimensione tutta italiana di protezione ma anche di assistenzialismo corrotto che garantiva a tutti un certo benessere. Il personaggio del conte di Herlitzka è il simbolo di tutto questo, uno stratega di questo isolazionismo vampiristico, figlio di quell'Italia lì, frutto della controriforma, del dominio assoluto della Chiesa cattolica che oggi c’è molto meno. Dopotutto, sembra che questo Papa sia più a sinistra dei leader di sinistra!".
Il film - che vede nel cast Elena e Pier Giorgio Bellocchio, Alba Rohrwacher, Lidiya Liberman, Roberto Herlitzka e Filippo Timi - ha avuto una buona accoglienza alla proiezione stampa.
Sangue del Mio Sangue sarà nelle sale dal 9 settembre.
mercoledì 9 settembre 2015
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