venerdì 14 novembre 2014

La Spia - A Most Wanted Man - la recensione

Günther Bachmann (Hoffman) è un agente segreto della sezione anti-terrorismo e indaga sulle cellule legate ad Al Qaeda di base ad Amburgo, luogo in cui, ci viene ricordato dalle didascalie a inizio film, Mohamed Atta preparò gli attentati dell'11 settembre.
Aiutato da una giovane avvocato e un banchiere, Günther elabora un intricato piano per avvicinarsi sempre di più a Yssa, apparentemente uno studente di medicina, in realtà un terrorista ricercato e il figlio di un colonnello dell'Armata Rossa.

Adattamento del romanzo Yssa il buono di John Le Carré, La Spia - A Most Wanted Man è uno spy-movie atipico ed estremamente affascinante. Esattamente come accadeva nello splendido La Talpa, il mondo dello spionaggio è rappresentato con un realismo che va a contrapporsi a quella spettacolarità figlia di James Bond e di tutti i suoi eredi più o meno riusciti, nessun  inseguimento sul tetto di un treno, nessuna sparatoria, nessun Martini shakerato, ma tanta burocrazia, interminabili intercettazioni telefoniche, fascicoli da leggere, politici stranieri e non da convincere, in un serratissimo gioco di scacchi che fa della tensione il suo punto forte pur nella sua apparente staticità.
Anton Corbijn ritrae una Amburgo grigia, pessimista, quasi opprimente, ma riesce a conferirle un fascino molto particolare e corrotto, una sorta di Sin City in cui niente è quello che sembra e spie e complotti si annidano ovunque.

In questo scenario la figura pallida e semi-albina di Philip Seymour Hoffman sembra confondersi con il paesaggio e, paradossalmente, spicca su tutto, grazie soprattutto al carisma di questo straordinario attore, qui in una delle sue ultime performance prima della prematura scomparsa, una performance tra le più misurate e intense della sua carriera.
Il resto del cast brilla quasi di luce riflessa: Willem Dafoe è sempre grande, anche in una parte secondaria, Robin WrightDaniel Brühl che fanno il loro egregiamente. Rachel McAdams invece non è apparsa particolarmente calata nel ruolo, né troppo credibile, mentre la vera sorpresa è stato Grigoriy Dobrygin, bravissimo nei panni non facili di Yssa.

Lontano dai canoni classici dello spy-movie, A Most Wanted Man segue le orme de La Talpa e si dimostra un altro ottimo film, dove la tensione è serrata dall'inizio alla fine e si rimane con il fiato sospeso pur senza vedere mai un filo d'azione.

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