martedì 21 ottobre 2014

Festival di Roma 2014 - About a Girl - la recensione

Charleen è la classica adolescente problematica, quella che vede il mondo nero e senza speranza, quella che nessuno prende veramente sul serio quando parla di volersi suicidare. Ma Charleen ci prova davvero, con un asciugacapelli e una vasca da bagno e viene salvata solo da un colpo di fortuna.

L'incipit di About a Girl, film tedesco diretto da Mark Monheim e presentato all'interno della sezione Alice nella Città, può far credere che quello che si sta per vedere sia un film pesante, cupo, invece ci si trova davanti a una brillante rappresentazione della vita in tutte le sue sfaccettature, compresa la morte.
Si entra con prepotenza nella vita di Charleen, si impara a conoscere la sua famiglia, incredibilmente pazza e incredibilmente realistica: sua madre, sempre preoccupata; suo padre, musicista rock assente e infantile; il fratellino rompiscatole; il nuovo fidanzato della madre, nonché professore di biologia vegano e molto spesso imbarazzante; la nonna fonte di una saggezza profonda e amicizia sincera.
Sono i personaggi a farla da padroni, la vera forza del film, oltre alla famiglia va citata soprattutto la figura dello psicologo, assurdo e irresistibile, non si può fare a meno di amarlo a primo sguardo, e Linus, compagno di scuola secchione, ragazzo problematico, importantissimo per la crescita di Charleen e per la riscoperta della vita, vero motore trainante della storia.
Il film è infarcito di ironia pungente e dialoghi veloci, dotta e risposta, accompagnati dalla voce narrante della giovane protagonista (una straordinaria Jasna Fritzi Bauer) e una colonna sonora azzeccatissima, fatta principalmente di successi pop e rock anni '90.

Vero è che questo tipo di storia non è particolarmente originale, e a volte si ha un senso di deja-vu, soprattutto all'inizio (l'incipit, l'uso di determinare musiche, la voce narrante e alcuni archetipi di personaggi, ricordano molto da vicino la serie televisiva My Mad Fat Diary), ma quando si riesce a imprimere una forte impronta a un concetto già usato, ottenendone, tra l'altro, tali risultati, l'applauso è tutto meritato.

Chiara

0 commenti:

Posta un commento