domenica 1 giugno 2014

Maleficent - la recensione

Presentato come un prequel di pura fantasia di La Bella Addormentata nel Bosco (più precisamente ispirato alla villain del Classico Disney animato del 1959), Maleficent di Robert Stromberg risulta il più disastroso tra tutti i lavori in live-action che la Disney abbia mai creato. Anche se non è mai giusto farli, i paragoni con film dello stesso genere sorge sempre spontaneo in questi casi soprattutto da quando la major ha iniziato a mettere le mani su idee e capolavori già noti al grande pubblico per creare film da box-office come ad esempio Alice in Wonderland di Tim Burton o Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi. Anche se queste due ultime pellicole citate non hanno brillato, se messe a confronto con Maleficent di Stromberg, quest'ultimo ne uscirà clamorosamente nel peggiore dei modi elevando Alice e Oz a film di ben altro livello.

L'idea di creare un lungometraggio live-action sul villain più iconico dell'animazione, ossia Malefica, risultava interessante su carta e dopo le prime immagini che vedevano Angelina Jolie in quelle vesti fiabesche e terrificanti i dubbi iniziavano a sparire completamente. Di seguito, tutti incantati dalla cover di Lana Del Rey "Once Upon a Dream" si sono iniziati ad incrinare i bicchieri della cristalleria Disney. I Trailer iniziavano a far presagire grandi, grandissime cambiamenti strutturali rispetto all'originale e la qualità visiva non incantava come avrebbe dovuto fare. Questo non significa che progetti di questo tipo non debbano essere fatti, anzi, si devono fare, ma con una certa dose di criterio. Maleficent ha tutto fuorchè un buon criterio.

La verità è che questa pellicola è nata con il solo scopo di sbancare il botteghino, grazie ad un'idea di base interessante che avrebbe attirato in sala il grande pubblico. Di certo non voleva dare il senso della vita e senza ombra di dubbio non voleva rendere omaggio all'opera originale animata. Ma allora dove è il problema di Maleficent? Snaturare completamente un personaggio iconico (e anche tutti i personaggi di contorno) non era quel che dovevamo aspettarci eppure così è successo. Linda Woolverton (sceneggiatrice anche di Alice in Wonderland) ha trasformato l'eleganza e la mistica cattiveria di Malefica in una fata buona con molti rimpianti che per metà del film risulta piatta e guidata dalle emozioni più banali che senza alcun senso le faranno fare le scelte più disparate e di dubbio gusto.

Condita di escamotage no-sense e battutine estremamente fastidiose, Maleficent non brilla neanche sotto gli altri piani: scenografie, colonna sonora, regia, effetti speciali ecc. Tutto ha un sapore di già visto che in questo caso ha veramente sorpassato il limite della curiosità estetica che uno spettatore potrebbe avere, per cadere nel noioso e nel prolisso con una punta di sensazione da "copia-incolla" da altri film. Le cose non vanno bene nemmeno sotto il piano attoriale (probabilmente anche per la pessima scrittura dei personaggi presenti nel film): Elle Fanning, alias la Principessa Aurora è una mera macchietta di stereotipi sulle principesse; Sharlto Copley (Re Stefano), Imelda Staunton-Lesley Manville-Juno Temple (le tre fatine buone) e Sam Riley (Fosco) sono tutti attori con grande talento ma che purtroppo non hanno dato nulla ai personaggi di questo film se non una piattezza inimmaginabile. Ed infine lei, quella Angelina Jolie che sembrava l'unica a potersi permettere di vestire i panni della terribile Malefica, la Jolie non ci ha creduto, e se non ci crede lei lo spettatore a cosa si potrebbe attaccare? Alla spettacolarità visiva? Alla storia ben scritta? Al buon intrattenimento? No, Maleficent è e rimane uno dei prodotti più vuoti e incoerenti dell'industria cinematografica nata per intrattenere le grandi masse.

Di parti salvabili ce ne sono ben poche ed ovviamente sono comprese in una manciata di secondi che si rifanno all'opera originale animata del '59. Angelina Jolie di Malefica ha solo le corna. Stop.








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