venerdì 24 gennaio 2014

"Plush" di Catherine Hardwicke - la recensione (inedito al cinema)

Plush è l'ultimo film di Catherine Hardwicke con Emily Browning, Cam Gigandet, Xavier Samuel e Frances Fisher. In america ha avuto una distribuzione penosa lo scorso anno, uscito in una manciata di sale per pochi giorni è stato subito messo in streaming sulla rete, infine dopo neanche un mese distribuito direttamente sul mercato home video. Negli altri paesi distribuzione proprio non ne ha avuto. Infatti in italia è ancora inedito nelle sale e penso non arriverà mai.

Hayley è una giovane rockstar che si gode l'apice della sua carriera da musicista. Ad un tratto il fratello, chitarrista della sua band, muore per un'overdose di eroina. Hayley cade in depressione anche a causa delle pessime critiche e delle poche vendite del nuovo album appena pubblicato. Il mondo le cade addosso, proprio nel momento in cui la vita le conferisce il ruolo di madre e moglie. Troverà un ancora di salvezza cadendo tra le braccia del misterioso Enzo, nuovo chitarrista della band in sostituzione del defunto fratello. Tra alcool e stupefacenti nasce tra i due una relazione segreta, passionale, ma Enzo non è quello che sembra...

Catherine Hardwicke ha dimostrato in passato di avere un occhio sensibile verso le angosce, i piaceri e i tormenti dell'adolescente, specialmente per quanto concerne il popolo femminile. Ne è la prova il bel "Thirteen" con Evan Rachel Wood e anche "Lords of Dogtown" sulla generazione underground. Tutti film abbastanza indipendenti i primi. Poi sono arrivati film meno belli, ma anche produzioni più ricche, vedi il primo capitolo di Twilight e  la favola horror "Cappuccetto Rosso Sangue". Ma nonostante la qualità delle pellicole, lo sguardo della Hardwicke si mantiene coerente sul mondo dei giovani, che tanto ama e studia.
Con "Plush" la Hardwicke, dopo la fama e i soldoni per aver lanciato la famosa saga dei vampiri, fa marcia indietro. Torna ai piccoli film indipendenti, fatti con "due soldi", cercando l'ispirazione che l'aveva lanciata ad Hollywood agli inizi. Ma sbaglia.
Troppo sicura di se la cinquantottenne regista si lancia senza misure di sicurezza in una produzione indipendentissima, si scrive il film, si siede in cabina di regia, si finanzia praticamente tutto il budget lei, insomma fa tutto da sola, per poco non scritturava lei stessa per il ruolo da protagonista, se non fosse che non è più giovane. Perchè chiaramente il personaggio principale è un adolescente, qualche dubbio?
Il problema è che esistono due casistiche: la prima, su cui molti converranno, è che le case di produzione spesso stritolano le idee e la creatività dei registi; i produttori si atteggiano da ineccepibili sovrani della macchina cinematografica. Certe volte il mancato successo di un film e la qualità di esso, sono fattori che dovrebbero essere imputati ai produttori stessi, che non lasciano libertà ai registi nel seguire le proprie intuizioni, spesso e volentieri avendo l'ultima parola sulla forma finale del prodotto.
Il secondo caso, e questa è una mia considerazione personale pienamente contestabile, è invece l'esatto opposto del primo. Ovvero alcuni registi, se lasciati totalmente a briglia sciolta, senza un occhio dall'alto, senza una troupe con esperienza sul campo, senza qualcuno che li ridimensioni per le proprie manie di onnipotenza,  possono andare totalmente fuori strada. In certi casi certi registi potrebbero addirittura mostrare alcune falle nella propria educazione cinematografica commettendo irrimediabili strafalcioni.
Ecco la Hardwicke con "Plush" calza a pennello a quest'ultima tesi.
Per carità il film non è un disastro, ha belle musiche, qualche suggestiva messa in scena (sesso in albergo, scena della piscina), alcuni interessanti movimenti di macchina e un inizio niente male. I primi minuti ci mostrano la natura di una rockband di successo, che suona un genere tra il dark e l'alternative, con un'attenzione particolarmente soddisfacente al retroscena, la vita delle star nel backstage, l' industria musicale ecc. similmente ad un altra pellicola,"The Runaways", ma in maniera forse più efficace.
Poi però il film affoga, è indeciso su che strada prendere, mischia generi, stili, e diventa immobile... oltre che brutto.
Il problema in primis è la sceneggiatura, non parte da una storia forte e coinvolgente. Il film ha dei risvolti estremamente prevedibili, e pecca di una parte centrale debolissima dove non succede praticamente niente, tutto e noia fino ad un epilogo insipido, dove il colpo di scena è maledettamente telefonato.

Ma sceneggiatura a parte, cio che infastidisce è la messa in scena, soprattutto per la pazzesca mistura di generi. La Hardwicke indugia senza mai decidersi tra documentario musicale, dramma familiare, thriller erotico, horror... insomma in Plush c'è un pò di tutto ma alla fin fine poco e niente.
Abbiamo anche una forte contrapposizione tra bene e male, luce e oscurità. Da una parte la famigliola con lui biondo, muscoloso, innamorato. Dall'altra l'amante dark, ambiguo, bisessuale, misterioso. Proprio questa netta marcatura di confine tra le due nature e i clichè con cui ci vengono rappresentate impediscono di farle funzionare.


Sebbene gli attori scelti siano poco adatti la recitazione non è scadente, sono i personaggi scritti male, Emily Browning (bravissima in "Sleeping Beauty") interpreta Hayley ma non ha la "stazza" per il ruolo, viso angelico, pelle di porcellana, bellissima, mica una torbida star dedita a sesso, alcool e droghe. Xavier Samuel che non conoscevo, ma a quanto pare (mi sono informato!) ha dalla sua parte un'orda di fan sfegatate, interpreta Enzo ed è il migliore tra tutti. Riesce ad avere un fascino ambiguo, inquietante, nei panni del misterioso cattivo ragazzo ci sta bene. Peccato che il suo agire sia di quanto più stereotipato ci possa essere, abbiamo altri milioni di film con personaggi identici.
In conclusione "Plush" è una delusione, non è trasgressivo ne marcio, non scandalizza ne affascina, sembra solo un filmetto per la televisione (di serie b) abbastanza fatto male e anonimo.
Non so cosa voglia fare la Hardwicke a questo punto della sua carriera ma ho l'impressione che  senza essere guidata non sia tutto questo gran talento, poi magari mi sbaglio, forse questo è solo un episodio. Dopotutto "Thirteen" era proprio un bel film.


Voto: * ½ / *****



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