lunedì 23 settembre 2013

Bling Ring - la recensione

Presentato all'ultimo Festival di Cannes, arriva finalmente in sala anche da noi il nuovo film di Sofia Coppola, 'Bling Ring'.

In una Los Angeles fatta di superville e feste, un gruppo di adolescenti, ossessionati dalle star e dal glamour, trovano online l'indirizzo dei loro "idoli", entrano nelle loro abitazioni e rubano vestiti e gioielli. Una, due, tre volte, alla fine diventa un'abitudine, fino a che non vengono incastrati e arrestati per aver derubato un bottino complessivo di 3 milioni di dollari.

Può sembrare una storia finta, inverosimile, e invece è tutto vero, Sofia Coppola, che torna a parlare dell'adolescenza e di un certo "vuoto esistenziale", temi già affrontati in tutti i suoi film, ha tratto la storia da fatti realmente accaduti qualche anno fa. "Bling Ring" è il nome che è stato dato a questo gruppetto di giovani ladri che consapevolmente ma senza pensare minimamente alle conseguenze hanno derubato nelle abitazioni di attori, cantanti e personaggi noti come Orlando Bloom, Paris Hilton - che per loro era ormai una specie di negozio - fino a quella che nel film viene descritta come la conquista massima, la casa di Lindsay Lohan.
Nessun effetto Bonnie&Clyde, Sofia Coppola dimostra tutta la sua intelligenza di autrice raccontando la vicenda in modo divertente e leggero, con l'occhio interessato di chi vorrebbe capire, ma senza prendere le parti di nessuno e allo stesso tempo senza puntare il dito. Lo spettatore segue le avventure criminali dei protagonisti e li osserva impotente, si assiste agli sbagli che commettono e alla leggerezza e alla superficialità con cui li commettono. Tutto questo la Coppola lo fa senza giudicarli e senza assolverli, semplicemente ritrae quello che sono (purtroppo) molti giovani di oggi. La critica è sottintesa nel ritratto un po' desolante del vuoto, della superficialità, della mancanza di morale dei protagonisti del film (e di una parte dei giovani d'oggi), che vogliono sembrare più grandi, vogliono scioccare, sono vuoti di contenuti, imbottiti di frasi fatte prese da canzoni, ossessionati dalla vita luccicante delle star di cui leggono sulle riviste, con una voglia incontrollabile di condividere tutto sui social network e che non si preoccupano minimamente se una cosa è giusta o sbagliata. Il film racconta una storia "estrema" ambientata fra le sfavillanti ville sulle colline di Los Angeles, e quindi potrebbe sembrare lontano da noi ma in realtà alcuni aspetti non sono poi così lontani, basta fare un giro sui social per rendersene conto.

Protagonisti del film un gruppo di giovani attori, fra cui spicca la più famosa ed esperta Emma Watson, poi Taissa Farmiga, Israel Broussard, e le due esordienti, Claire Julien e Katie Chang. Tutti adatti alla parte. Da segnalare anche la presenza nel cast di Leslie Mann e Gavin Rossdale, e le partecipazioni amichevoli di Paris Hilton (che ha anche prestato la sua villa per le riprese) e Kristen Dunst.
Sofia Coppola è una regista molto capace e qui dimostra di sapersi adattare senza mai sacrificare il suo personalissimo stile. Cambia il ritmo, se in 'Somewhere' i tempi erano molto lenti, in 'Bling Ring' si corre, il ritmo è incalzante, come nelle parti più festaiole di 'Marie Antoinette', il tutto aiutato da una perfetta colonna sonora (come al solito nei suoi film).
La trama è davvero molto semplice, ridotta al minimo, si seguono le vicende e i momenti di vita dei protagonisti, fra la scelta di accessori, scarpe, vestiti, glamour, feste, foto da mettere online, un po' di kitsch, tante griffes e dichiarazioni surreali. Argomenti superficiali? forse, i fashion victim comunque si divertiranno molto. Alla fine si rimane con una sensazione di vuoto, ma dopotutto lo scopo del film è ritrarre un vuoto, che sarà pure vestito in modo glamour, ma è pur sempre un vuoto.

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