
Un personaggio principale molto classico e quadrato, scritto in modo semplice e delineato bene nella storia, una trama che fila liscia senza particolari problemi e, al tempo stesso, senza particolari sorprese, una regia pulita, questi sono gli ingredienti de 'La Frode'. Un film di stampo classico che non punta sull'azione o su rumorosi colpi di scena ma sui personaggi, non assolve il suo protagonista dal suo comportamento, non cerca di farlo sembrare buono, lo segue con interesse in un mondo fatto di squali dove chi è troppo buono e più debole rischia di rimanere profondamente deluso e ferito (o in galera), gli squali fanno affari tra loro e per riuscire a fregarli devi farti furbo, più furbo dei furbi, accettando anche di passare alla fine dalla parte dei "cattivi".
Anche lo spettatore alla fine si lascia "sedurre" da Robert Miller e il merito è soprattutto di Richard Gere. La classe, la capacità e l'esperienza di un attore che riesce ad essere sempre adatto nei ruoli che interpreta. Con questa buonissima prova si è guadagnato anche una nomination come migliore attore drammatico agli ultimi Golden Globe. Ad affiancarlo una sicurezza come Susan Sarandon, Brit Marling, brava attrice con la faccia giusta che vedremo spesso in futuro, e Tim Roth, nei panni di un arrogante detective, un po' troppo macchietta, ha fatto sicuramente di meglio. Piccolo ruolo anche per Letitia Casta nei panni della bella, capricciosa e sfortunata amante.
'La Frode' è un film che si lascia guardare, non offre niente di nuovo o sensazionale ma raggiunge il suo scopo, descrivere il mondo della finanza, di cui tanto si è parlato nelle cronache degli ultimi anni, un mondo spietato anche se popolato di gente vestita in modo elegante.
Frra
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