sabato 24 novembre 2012

'Argo' - la recensione


Argo è un film particolare.
Questa la prima cosa che mi viene in mente dopo averlo visto. Certo, potrei iniziare dicendo che Argo è la vera storia di come si riuscì a far uscire dall'Iran sei ostaggi americani spacciandoli per cineasti canadesi, oppure dicendo che è un film di Ben Affleck, con Ben Affleck e un cast di tutto rispetto, ma non sarebbe abbastanza.


Parte lento, quasi come un documentario, poi vira sulla classica commedia americana, fino a diventare un vero e proprio action di guerra con tanto di spionaggio.
E con le riprese un po' sgranate, molto anni '70, i personaggi appena tratteggiati ma subito riconoscibile, ti entra in testa e ti tiene incollato sulla sedia fino alla fine, anche se tanto lo sai come va a finire.
Ecco, sì, questo è il miglior pregio di questo film, il riuscire a rendere non solo appassionante, ma proprio da fiato mozzo, una storia con poca azione e di cui si conosce già il finale.
Bravo Ben Affleck, non tanto nella sua prova d'attore (viene superato praticamente da tutti) quanto nel saper maneggiare la cinepresa oscillando sempre tra i primi piani e l'incursione un po' di sbieco, a sottolineare l'impronta documentaristica.
Ma non è perfetto questo no. Come ho già detto, parte un po' lento, forse troppo, e il finale è alquanto stucchevole e snatura la tensione creatasi fino a quel momento con della retorica francamente evitabile, soprattutto perché sono proprio gli ultimi cinque minuti.



In bilico tra documentario, film di guerra e polpettone filo-americano, Argo è un film particolare, talmente particolare che potrebbe essere persino odiato, a volte amato, ma che comunque vale la pena di vedere.





*Chiara*

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