giovedì 26 aprile 2012

'To Rome with Love' - la recensione


Molto soddisfatto. Per questo To Rome With Love mi aspettavo un Woody Allen in versione “turistica” alla Vicky, Cristina, Barcelona tanto per intenderci. E invece Woody è riuscito a stupirci una volta di più. Certo l’aspetto di omaggio quasi forzato alla città e all’italianità c’è, con anche qualche attore “imbucato” forse di troppo, ma il film tuttavia non è per niente superficiale.

La pellicola si dirama in diverse storie, ognuna portatrice delle tematiche care al regista. Abbiamo un Woody Allen alle prese con un tema che ormai assilla la sua età avanzata: la morte, la paura di non aver lasciato una traccia di se per non “morire artisticamente”, la critica alla psicanalisi, e via dicendo. Poi c’è il filone dell’amore e dei tradimenti con un richiamo molto in stile Provaci ancora, Sam con Alec Baldwin nei panni del Bogart di turno. Infine c’è il filone dove Allen ha trovato qualcosa di nuovo, una critica alla modernità ma in una chiave satirica che si distacca un po’ dai canoni dei suoi soliti film.

Nella vicenda impersonata da Benigni, Allen ci mostra il lato forse più “malato” che il cambiamento del modo di socializzare del mondo moderno ha portato. Una critica forse velata ai social network dove ormai è possibile sapere tutto di tutti, se uno indossa slip o boxer, cosa si è mangiato a colazione, con che mano ci si gratta la testa (tanto per citare Benigni).

Tutto questo condito poi dall’umorismo “intellettualoide” che ha reso Woody Allen WOODY ALLEN. Bene anche gli attori italiani, che così a stretto contatto con attori del calibro di Alec Baldwin, Penelope Cruz, Ellen Page, Jesse Eisenberg, sono riusciti a tenere più che discretamente la scena.

Gli ingredienti per un buon film alla Woody Allen ci sono tutti, dell’Allen in versione europea, tra Londra, Barcellona e Parigi, Roma si piazza seconda solo a Parigi (per lo splendido Midnight in Paris).


Ste

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