giovedì 15 aprile 2021

Una Donna Promettente - la recensione

Cassie (Carey Mulligan) è una giovane donna che vive con i suoi genitori e lavora in una caffetteria, ma una sera a settimana esce e si finge ubriaca per farsi accompagnare a casa da uomini malintenzionati.
Detta così, la trama di Una Donna Promettente non dice molto di quello che è effettivamente racconta il film e lo spettatore potrebbe non capire davanti a che tipo di film si sta per trovare.


L'esordio alla regia dell'attrice e sceneggiatrice Emerald Fennell (conosciuta ai più come la Camilla della serie tv The Crown) a una visione più superficiale potrebbe sembrare una commedia nera o un semplice revenge movie, ma sarebbe incredibilmente riduttivo. La primissima scena già afferra lo spettatore e lo catapulta nel mood del film, ed è impossibile guardarla senza provare un disagio crescente. In particolare, le donne rimarranno sicuramente colpite dalla sensazione di familiarità delle situazioni presenti all'interno del film, della frustrazione e del panico che le accompagnano, e in generale dal clima di indifferenza ed omertà che certi tipi di violenza di genere ancora si portano dietro nella nostra società.
Cassie è una giovane donna, brillante e spregiudicata, la cui vita è stata come messa in pausa dalla violenza e che si fa portavoce della rivalsa femminile. Non è esatto, però, parlare semplicemente di donne contro uomini, perché non sono solo gli uomini a essere messi a nudo nel loro istinto più basso, bensì anche la controparte femminile, e forse ancora più ferocemente.
Interessante, quindi, è il gioco di colori che il film porta avanti, intervallando colori pastello (tipicamente femminili) durante il giorno, con l'abbigliamento della stessa protagonista fatto di vestiti azzurri o rosa, e fotografia desaturata di notte, quando Cassie si aggira nei club e i predatori le si fanno incontro. Ed è importante il ruolo del colore rosso, da sempre associato alla passione, all'erotismo, ma anche al sangue, un colore femminile ma allo stesso tempo caldo e violento. Se gli uomini sono mostri, anche le donne spesso non sono da meno e anche le loro mani sono sporche di sangue, che siano esse vittime o carnefici.


Una Donna Promettente si inserisce nel filone dei film figli del movimento #MeToo, ma al contrario di altri suoi predecessori, lo fa senza retorica e senza vittimismo, con crudezza, mettendoci tutti davanti alle nostre colpe, bravi ragazzi e brave ragazze. E se Carey Mulligan non dovesse vincere l'Oscar per la sua performance, sarà un grosso peccato.

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