mercoledì 21 marzo 2018

Tomb Raider - la recensione

La predatrice di tombe più famosa del mondo torna sul grande schermo dopo due adattamenti discretamente discutibili.
Questa volta il volto dell'avventuriera Lara Croft è quello del premio Oscar Alicia Vikander, intraprendente e spericolata eroina femminile di Tomb Raider, pellicola firmata dal regista norvegese Roar Uthaug (The Wave).

La nuova avventura di Lara questa volta prende spunto dagli ultimi capitoli videoludici della saga targata Square Enix, avventure più "terrene" rispetto ai titoli precedenti e adattabili sul grande schermo in maniera più efficace.

Dietro al lungometraggio si nota un lavoro di trasposizione piuttosto fedele e meticoloso, ed anche forse un po' troppo cauto riguardo i temi trattati. La vena soprannaturale tipica di Tomb Raider viene meno in favore della "realisticità" complessiva, punto che purtroppo appiattisce la resa finale. Alicia Vicander è assolutamente perfetta (rispetto alla Angelina Jolie dei due adattamenti precedenti). Si è calata nel personaggio con mente e corpo, e solo lei effettivamente riesce a tenere in piedi il progetto. Non manca l'action: spettacolari fughe rocambolesche contornate da citazioni ai videogame e un reparto scenografico/fotografico di eccellente qualità.

Tuttavia non si percepisce molto la passione nel progetto (se non solo nella Vikander) e il risultato finale lascia lo spettatore quasi del tutto indifferente, anche se comunque sicuramente non annoiato.

Piatto ma gradevole, Tomb Raider potrebbe essere una giusta rampa di lancio per un possibile franchise.

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