Co-produzione Francia-Canada, The Little Prince è una libera trasposizione del celebre libro di Antoine de Saint-Exupéry. Diretto da Mark Osborne (Kung Fu Panda), il film vede al doppiaggio un cast vocale di altissimo livello, nella versione inglese ci sono Jeff Bridges, Marion Cotillard, James Franco, Rachel McAdams, Paul Rudd, Paul Giamatti e Mackenzie Foy; con la Cotillard che torna anche nella versione francese del film, insieme, tra gli altri, a Vincent Cassel. Anche in Italia il film avrà diverse voci note al doppiaggio, da Alessandro Gassmann e Toni Servillo, a Paola Cortellesi e Stefano Accorsi.
Il film non segue il libro alla lettera, la storia centrale del film racconta di una piccola ragazzina con una madre impegnata a pianificare e programmare nei minimi dettagli la sua vita, dimenticandosi della fantasia. A cambiare la vita della bambina sarà l'incontro con un vecchio aviatore che le farà conoscere la storia del "Piccolo Principe".
Particolarità del film, quando la bambina entra nella narrazione della storia del Piccolo Principe, l'animazione cambia e passa da quella computerizzata a un affascinante stop-motion.
Il regista Mark Osborne ha spiegato perché ha deciso di non fare una classica trasposizione del film. "Ci ho dovuto pensare. il libro per me era speciale ed ero convinto che fosse inadattabile", ha dichiarato il regista in conferenza stampa, "Ho preferito fare un omaggio, parlare del modo in cui questo libro influenza tutti. E’ il suo potere. Lo leggi, lo scambi con qualcuno ed entri in relazione con lui. E’ stato un modo per proteggerlo. Il mio scopo era duplice: fare un omaggio a chi amava il libro e portare lettori nuovi. Sarei orgoglioso di sapere che qualcuno che non lo ha letto, dopo aver visto il film, avesse voglia di farlo".
"Tutto è stato realizzato con il supporto della famiglia Saint-Exupéry ed è stato fondamentale", ha continuato Osborne, "Ogni cosa che c’è nel film rimanda comunque a qualche passaggio del libro. Mi sono reso conto che non potevo fare una trasposizione esatta, il libro è così lirico e poetico che avrebbe sopraffatto l’essenza del film stesso. Non avrei potuto includere ogni cosa, per cui abbiamo deciso di utilizzare come tramite la storia di questa ragazza. Naturalmente non poteva mancare l’episodio sulla volpe".
Il regista ha poi parlato della scelta delle due animazioni differenti. "Ho studiato tutte le declinazioni dell'animazione e ho sempre cercato il modo di mischiare", ha spiegato Osborne, "Quando ho capito che dovevo costruire una storia più larga attorno al libro ho capito che la parte relativa alla "realtà" poteva essere in CGI, essendo una tecnica molto avanzata rappresenta il mondo degli adulti. Ma il mondo della fantasia e dei bambini doveva avere a che fare con qualcosa di artigianale, qualcosa di familiare. Alla fine è diventato anche quello qualcosa di originale, una via di mezzo tra i disegni e la realtà. Sostanzialmente però ha significato avere due produzioni e due crew differente. Le parti di stop-motion sono tutte fatte con la carta. Questo mi ha permesso di restare fedele all’idea delle pagine e del girarle durante la lettura".
In Italia arriverà grazie a Lucky Red.
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Isabelle e Gerard, due attori che in passato anno avuto una storia, s'incontrano nella Valle della Morte, in California, per volere del figlio, un fotografo suicidatosi sei mesi prima. Il ragazzo ha scritto una lettera a ognuno con delle precise indicazioni su quello che dovevano fare, scrivendogli che alla fine lui sarebbe apparso. Isabelle, che ha sempre trascurato il figlio non andando nemmeno al funerale, crede nel miracolo e si lancia in questo viaggio, Gerard invece è più razionale e più preoccupato per la sua salute che per tutto il resto e non vede l'ora di tornare a casa.
Conferenza stampa focalizzata ovviamente sui due grandi attori francesi, che nel film offrono un'ottima prova.
"Nicloux mi ha parlato di questo progetto mentre giravamo insieme La Religiosa e ho capito che per lui era un'ossessione", ha raccontato la Huppert, "Ero già stata nella Valle della Morte, è un paesaggio fantastico, sembra quasi caduto da un altro pianeta, non si può paragonare a niente. Il caldo è incredibile e spesso i ranger, dopo aver controllato la temperatura, ci impedivano di lavorare, si arriva oltre i 60 gradi". Approccio difficile invece per Gerard Depardieu che purtroppo ha vissuto l'esperienza di perdere un figlio troppo presto (Guillaume, anche lui attore, morto a 37 anni dopo una vita vissuta al limite). "Non avrei mai osato servirmi del mio lutto per costruire il personaggio", ha dichiarato l'attore, "e non considero questo lavoro più difficile di altri. Però posso dire che capisco bene il peso di queste lettere e di questo appuntamento". Depardieu nel film si mostra in tutta la sua "enormità" fisica e non se ne fa un problema. "Ho fatto l'attore perché non volevo lavorare. E posso lavorare solo se si mangia e si beve bene. Non sottovaluto il mio mestiere, ma per quanto mi riguarda meno lavoro, più vivo e meglio vanno le cose. Recitare è un piacere che mi ha facilitato le cose perché si guadagnano molti soldi", ha spiegato molto sinceramente l'attore.
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Sempre in Concorso è stato presentato anche Chronic, primo film americano del regista messicano Michael Franco.
Protagonista del film è Tim Roth, che interpreta un infermiere specializzato nella cura dei malati terminali che nasconde un terribile trauma nel suo passato.
Per fare il film il regista ha preso spunto dalla storia di sua nonna. "Una badante si occupava di lei ed era riuscita a creare un rapporto così intimo e personale attraverso quei gesti che nessuno dei familiari osava compiere, gesti penosi, difficili, a volte umilianti", ha raccontato Michel Franco, "Quando mia nonna è morta, l'infermiera è venuta a trovarci ed era realmente addolorata. Ho scoperto che soffriva di depressione cronica, ma nonostante questo non voleva cambiare lavoro". "Gli infermieri arrivano a stabilire con i pazienti rapporti più profondi dei familiari", ha aggiunto Tim Roth, che si è detto assolutamente a favore al suicidio assistito, "E' un tema molto complesso, ma è folle imporre alle persone di soffrire. So che in molti ospedali, anche se è illegale, si aiutano i malati terminali a morire".
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