In Un Fantastico Via Vai il comico toscano Leonardo Pieraccioni abbandona i panni del seduttore di ragazze straniere (per fortuna) e torna in un certo senso alle sue spensierate origini e lo fa attraverso Arnaldo Nardi, un impiegato stanco della routine che, sfruttando un malinteso con la moglie, si ritroverà a vivere con un gruppo di quattro giovani studenti universitari. L'uomo ritroverà così la serenità di un tempo, abbracciando il futuro con consapevolezza e ricordando il passato con un sorriso.
Pieraccioni è un nostalgico e grazie a questo Via Vai è riuscito a tornare per un attimo alla spensieratezza di un tempo richiamando a se il grande successo del suo primo lungometraggio I Laureati (1995), film citato con grande ironia anche in questo suo ultimo lavoro.
Un Fantastico Via Vai non è effettivamente così fantastico perché racchiude in se forse troppi cliché di genere che il regista toscano si porta dietro da tempo insieme a battute spesso evitabili e "vecchie" ma comunque, grazie ad un contesto fresco, i cliché, se pur cliché, diventano funzionali, godibili e riescono a strappare un amaro sorriso. Crisi lavorativa, razzismo, amore, questo è il mondo reale secondo Un fantastico Via Vai, che effettivamente non si discosta molto dalla realtà.
Un cast giovane, variopinto e fresco come il contesto (oltre al veterano Ceccherini), elevano questo lavoro un gradino al di sopra degli ultimi lavori di Pieraccioni, soprattutto dell'ultimo pessimo Finalmente la Felicità.
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