martedì 18 giugno 2013

Stoker - la recensione

Al suo primo film in lingua inglese, il regista coreano Park Chan-wook non si piega affatto allo stile americano, non cambia, non si adatta, e nonostante una sceneggiatura "su commissione", porta a Hollywood il suo cinema.

India (M.Wasikowska) è una ragazza introversa, benestante, vive con la famiglia in una villa in campagna. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno il padre muore improvvisamente in un incidente. India rimane sola con la madre Evelyn (N.Kidman), una donna emotivamente poco stabile. Il giorno del funerale si presenta in casa il misterioso e fascinoso zio Charlie (M.Goode), fratello minore del padre, di cui India non aveva mai sentito parlare prima.

La storia è tutta da scoprire, meno si sa prima, meglio è. Park Chan-wook confeziona un film estremamente elegante, con uno stile impeccabile e molto ricercato (l'arredamento della villa, l'abbigliamento, i colori), seduttivo agli occhi dello spettatore, e allo stesso tempo molto teso, di una tensione sempre controllata e mai sopra le righe, un po' "hitchcockiana". Per tutto la durata del film lo spettatore sente che c'è qualcosa di non detto, che qualcosa succederà, e alla fine, grazie anche ad un incipit molto intelligente che si ricollega al finale, il film spiazza lo spettatore.

La regia di Park Chan-wook è pulita e precisa, raffinata, a volte si lascia andare a qualche virtuosismo ma non è mai leziosa. La storia (sceneggiatura scritta dall'attore Wentworth Miller) si svolge quasi tutta entro i confini della villa e attraverso il triangolo quasi morboso India-zio Charlie-Evelyn, racconta in modo sottile la crescita di una ragazza e il fascino del male, senza cercare di essere moralista e senza cercare il consenso dello spettatore. Protagonista del film una "minimalista" Mia Wasikowska, ottima la sua prova, riesce a rendere bene l'ambiguità e le sensazioni contrastanti del suo personaggio che le trattiene tutte all'interno senza mai esternarle in modo evidente. Il languido e misterioso zio Charlie è Matthew Goode, bravo, mentre la madre Evelyn è interpretata, in tutta la sua instabilità, da Nicole Kidman, una sicurezza. Nel cast anche Jacki Weaver, Alden Ehrenreich e Dermot Mulroney. Molto belle le musiche e la fotografia.

'Stoker' non è un film facile, non è per tutti i palati e nemmeno per chi pensa di vedere un altro 'Old Boy', è apparentemente statico e con un ritmo trattenuto. E' inquietante ed elegante, sottile, violento senza violenza e senza sangue, freddo, un film sull'accettazione di se stessi, del proprio istinto, di quello che c'è intorno e delle influenze che subiamo. Un film che parla del fascino del Male senza condannarlo, e, oltre a questo, un film che soddisfa l'occhio perché davvero bello da vedere.


Frra


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