Se dovessimo fare una classifica in base al livello di rischio di un film probabilmente 'Zero Dark Thirty' risulterebbe ai primi posti. Un film sulla caccia e l'uccisione di Bin Laden solo un anno dopo che il fatto è materialmente avvenuto? Ci vuole coraggio e a Kathryn Bigelow certo non manca.
Per tutti noi è stata una notizia arrivata all'improvviso, "Ucciso Osama Bin Laden", per la CIA e l'intelligence americana invece si è trattato del culmine di una lunga ricerca durata più di dieci anni, una vera e propria caccia all'uomo. A guidare questa caccia c'era una donna, un'agente della CIA, Maya (nome di finzione), ostinata nel voler trovare Bin Laden a tutti i costi. La sua diventa quasi un'ossessione, una vera e propria missione, che la spinge a imporsi con determinazione contro lo scetticismo e i giochi politici dei piani alti.
Kathryn Bigelow, grazie anche ad una solidissima sceneggiatura, costruisce un film carico di tensione, si ha la sensazione di camminare su un filo, atmosfera che si respirava anche nel precedente 'The Hurt Locker'. Partecipiamo alla ricerca degli indizi, agli interrogatori, alle intuizioni della protagonista, alla costruzione di un puzzle che porta all'individuazione del luogo in cui si trova, fra certezze e incertezze, l'uomo più ricercato al mondo. Poi i trenta minuti finali, mozzafiato, che raccontano (quasi in tempo reale) l'irruzione nella fortezza e la fine della caccia al "nome in codice: Geronimo". Questa costante tensione tiene gli occhi dello spettatore inchiodati sullo schermo.
Tanti i temi all'interno della storia, quelli "alti", politici (i metodi di lavoro degli agenti, le torture per estorcere le informazioni che tanto hanno fatto arrabbiare la CIA e qualche senatore), di cui si potrebbe discutere per ore, ma anche quelli personali che riguardano una donna, sola, al centro di un disegno enorme come quello della caccia al terrorista per antonomasia. La regia di Kathryn Bigelow, "la donna che fa film da uomini meglio degli uomini", è a dir poco perfetta, assurda la sua mancata nomination agli Oscar. Il modo in cui la Bigelow descrive il lavoro dell'intelligence è quasi documentaristico ma non si dimentica mai dello spettacolo. Non è un film di propaganda pro-Stati Uniti, non ci sono eroi, non è a favore della guerra o della tortura, non è un film che enfatizza o ingigantisce i fatti ma non è nemmeno un piatto e freddo racconto degli eventi, non è un film di guerra o spionaggio, 'Zero Dark Thirty' trova il perfetto equilibrio fra tutte queste cose, riesce a raccontare con chiarezza e in modo diretto un fatto storico controverso, offrendo contemporaneamente spettacolo e contenuto.
Un film "maschile" che alla fine invece si rivela molto femminile grazie al personaggio di Maya, il motore della ricerca. Non è il classico personaggio femminile che siamo abituati a vedere in film di questo genere, non è un personaggio che a fine giornata stacca per tornare a casa dal proprio uomo, non sappiamo nulla della sua vita, è una donna indipendente ma non un'esaltata, tosta ma non impenetrabile, i momenti in cui vacilla li affronta sempre da sola e quando le viene chiesto qualcosa di privato o del suo passato lei semplicemente non risponde, come se volesse dirci che sono cose che non ci riguardano. Il personaggio nel film cresce, col passare dei minuti e degli eventi, Maya diventa sempre più sicura e determinata ad arrivare al risultato. Impossibile non chiedersi quanto ci sia di Kathryn Bigelow in Maya!
A dare volto e corpo alla protagonista una bravissima Jessica Chastain, vincitrice del Golden Globe e meritatamente candidata all'Oscar, un'attrice che ormai ha dimostrato di essere adatta a qualsiasi ruolo; in questo film riesce ad essere sempre credibile, anche quando deve pronunciare frasi "cariche" e un po' ad effetto, riesce a dare umanità, profondità e la giusta vulnerabilità ad un personaggio che conosciamo poco ma con cui, grazie alla sua prova, riusciamo ad empatizzare. Una prova da Oscar insomma.
Ottimo anche il resto del cast, tutti con le facce giuste: Kyle Chandler, Mark Strong, Joel Edgerton, James Gandolfini, Jennifer Ehle, Edgar Ramirez. Particolare nota di merito a Jason Clarke, davvero bravo e convincente nei panni di un agente della Cia che fa il lavoro più sporco ma senza perdere la propria umanità.
Una volta finito si capisce perché è stato considerato uno dei migliori film dell'anno, perché lo è! Una storia forte, un'ottima sceneggiatura, regia perfetta, bella fotografia, interpretazioni di alto livello: 'Zero Dark Thirty' è semplicemente un film imperdibile.
Frra
mercoledì 6 febbraio 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento