mercoledì 12 settembre 2012

'Pollo alle Prugne' - la recensione


Nasser Ali, grande violinista di Teheran, decide di lasciarsi morire. Apparentemente tutto scaturisce da un violino rotto, ma negli otto giorni che passa disteso aspettando la morte, veniamo a sapere quali sono i veri motivi per cui la sua musica è perduta.

Marjane Satrapi, conosciuta dai piĂ¹ per quel gioiellino di animazione che era Persepolis, ha sceneggiato insieme a Vincent Paronnaud un film che rimane vicino al suo predecessore, ma allo stesso tempo se ne discosta sensibilmente. Non piĂ¹ animazione, ma veri attori in carne e ossa (un bravissimo Mathieu Amalric), ma lo stesso stralunato ambiente, la stessa sensazione di sogno che ci accompagna, con una serie di lunghe parentesi, attraverso la vita di Nasser Ali.
E allora assistiamo alla sua infanzia e al suo amore perduto fino a scoprire, in una scena carica di pathos e poesia, il vero motivo della sua decisione, sempre accompagnati dalla voce ironica, un po' amara, di Azrael, l'Angelo della Morte.
Si ha sempre l'impressione di trovarsi in un sogno, guardando Pollo alle Prugne, e spesso ci si chiede se effettivamente ci si riuscirĂ  a risvegliare, se non basta davvero che tua moglie, mai amata, ti cucini il tuo piatto preferito per poter dimenticare.
Il violino di Nasser Ali è malinconico, sembra stridere fin dentro le ossa di chi guarda, riempie di malinconia e tristezza, finché alla fine non si capisce che, forse, è troppo tardi per potersi svegliare davvero.
Sempre in bilico tra poesia, romanticismo malinconico e spiccata ironia, con una fotografia e una regia che confondono reale e immaginario, Pollo alle Prugne è una favola agrodolce, di quelle che quando si accendono le luci, o si spegne la TV, lascia la sensazione di aver visto qualcosa di indelebile.




Il DVD e il Blu Ray, in uscita il 12 Settembre, non sono particolarmente ricchi (contiene solo un Making Of di 30 minuti, una gallery e il trailer), ma io li consiglio comunque: il film c'è e tanto basta.






La Frase: Era l'autunno del 1958 ed io mi trovavo a teheran di passaggio, quando incontrai un certo Nasser Ali, del quale vi racconterĂ² la storia

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