Siamo nel 2045, il mondo è un posto triste e difficile, dove la gente cerca una vita alternativa in OASIS, una piattaforma di realtà virtuale creata dal geniale, ma con problemi relazionali, James Halliday (Mark Rylance). Wade Watts (Tye Sheridan) è un ragazzo di Columbus, Ohio, che quando indossa il suo visore diventa Parzival, il suo avatar. Poi c'è un gioco in cui bisogna trovare delle chiavi, una malvagia corporazione, dei personaggi di contorno interessanti e una serie quasi infinita di easter eggs e rimandi alla cultura pop, fra film, libri, videogiochi e tanto altro.
La trama di Ready Player One, nuovo film di Steven Spielberg, è tanto semplice quanto sorprendente e sarebbe un peccato farne un riassunto troppo dettagliato, togliendo allo spettatore il piacere di addentrarvisi e di lasciarsi catturare da un mondo a misura di nerd.
Perchè alla fine è così: il bambino di 71 anni di nome Steven che si getta a capofitto in un'avventura in cui i ragazzini sconfiggono i cattivi, dove si può essere qualsiasi cosa, dove la realtà è grigia ma la fantasia e l'immaginazione sono un mondo meraviglioso e incantato (c'è moltissimo di Hook - Capitano Uncino in questo film).
Impossibile cogliere a una prima visione tutte le citazioni, i rimandi, gli easter eggs sparsi nelle più di due ore di pellicola, ma per chi è cresciuto a film e videogiochi risulta incredibilmente divertente cercare di individuarle tutte, quasi un piacere infantile.
Non è difficile capire come il romanzo di Ernest Cline (che ha collaborato anche alla sceneggiatura) abbia catturato uno come Spielberg, che della cultura pop è uno dei massimi esponenti e fruitore appassionato, il divertimento provato dal regista nel fare il film è tangibile e traspare in ogni sequenza, trascina anche lo spettatore meno nerd, lo conquista, non si vorrebbe mai uscire da questo mondo in CGI, proprio come Wade e gli altri, si vuole vivere in OASIS.
Visivamente spettacolare, musicalmente esaltante, un film con tantissimo cuore, puro e travolgente intrattenimento ma con cervello. Il manifesto perfetto dei motivi per cui Steven Spielberg è il più grande narratore di storie del Cinema, ancora imbattuto
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