domenica 25 maggio 2014

X-Men: Giorni di un Futuro Passato - la recensione

Era sicuramente uno dei film più attesi dell'anno, 'X-Men: Giorni di un Futuro Passato', quinto film della saga degli X-Men (senza contare i due spin-off) che vede il ritorno di Bryan Singer dietro la macchina da presa.

Subito la storia ci porta in un futuro distopico, buio, tetro e pieno di sofferenza, sia per gli uomini che per i mutanti. Gli ultimi superstiti degli X-Men cercano di resistere agli attacchi delle terribili Sentinelle, enormi robot creati con la capacità mimetica di adattarsi a qualsiasi potere e programmati per trovare il gene mutante e neutralizzarlo.
Il Professore X (è tornato, sì) e Magneto decidono per una soluzione estrema, l'ultima chance per sopravvivere: grazie al potere di Kitty Pryde, rispedire nel passato la coscienza di Wolverine - unico in grado di sopportare il viaggio grazie al suo potere di rigenerazione - in un "io più giovane" di Logan. La missione di Wolverine è di trovare il giovane Charles Xavier e Magneto per cercare di cambiare l'andamento degli eventi e impedire alla Trask Industries di costruire le letali Sentinelle. E per farlo dovranno trovare l'elemento chiave: Mystica.

Passato e futuro s'intrecciano in modo stretto nel film, ma anche la storia e il destino degli X-Men che s'intreccia alla Storia, guerra in Vietnam, l'uccisione di Kennedy, Nixon, e a fare da sfondo il tema portante di tutti i film della saga, la diversità, il razzismo, l'odio e la paura verso il diverso. La storia del film è complessa e molto intrecciata, più difficile da raccontare che da seguire sullo schermo, durante la visione infatti tutto va al suo posto senza difficoltà, nonostante i continui salti avanti e indietro nel tempo la storia scorre liscia e senza intoppi. Una messa in scena decisamente spettacolare, effetti speciali perfetti, ironia, citazioni e autocitazioni (per far felici i più nerd), e una profondità della storia che eleva il film un gradino più in alto rispetto ai soliti film della Marvel. Merito della riuscita del film è sicuramente di Bryan Singer. Bene ha fatto la produzione a riportalo nel mondo degli X-Men, il mondo che lui per primo aveva portato brillantemente sul grande schermo per i primi due episodi della saga e che inspiegabilmente era stato allontanato per il terzo film. Singer conosce gli X-Men, sa come portarli sullo schermo, sa come caratterizzarli, e così finalmente rivediamo gli X Men che conoscevamo, come ad esempio il miglior Wolverine degli ultimi anni, gestisce egregiamente le versioni giovani in contrapposizione con le versioni "vecchie" [ATTENZIONE, POSSIBILE SPOILER] riesce anche a riscrivere il destino di alcuni personaggi - per la gioia dei fan -, senza dimenticare che si tratta di un blockbuster, di un cinecomic e quindi inserisce ironia e grande spettacolo.

Nel film troviamo un grande cast visto il mix tra i "soliti" mutanti e rispettivi attori - il Professore (Patrick Stewart e James McAvoy), Magneto (Ian McKellen e Michael Fassbender), Wolverine (Hugh Jackman), Tempesta (Halle Berry), Kitty Pryde (Ellen Page), Mystica (Jennifer Lawrence) ecc - e nuovi mutanti, Alfiere (Omar Sy), Warpath (Booboo Stewart), Blink (Fan Bingbing), Quicksilver (Evan Peters). Da segnalare anche la presenza essenziale di Peter Dinklage nei panni di Bolivar Trask. I "vecchi" ormai padroneggiano i loro personaggi con grande facilità, come se fosse una seconda pelle, riuscendo a dargli spessore anche in poche scene, i nuovi riescono a calarsi molto bene nell'atmosfera del film. Fra i nuovi mutanti il più atteso era sicuramente Quicksilver, interpretato molto bene da Evan Peters, che in un primo momento aveva fatto storcere il naso ai fan a causa del look un po' adolescenziale dato al personaggio, invece la sezione che lo vede protagonista è forse la più riuscita di tutto il film, un perfetto mix di umorismo, azione e spettacolo davvero esaltante. Quicksilver è un personaggio più che riuscito e speriamo venga ripreso nel sequel.

'X-Men: Giorni di un Futuro' è un gran film, emozionante, divertente,visivamente spettacolare e intenso, perfettamente e sapientemente dosato nei suoi ingredienti, ambizioso ma non presuntuoso. Bryan Singer riesce a destreggiarsi bene con i salti temporali, riesce a superare bene e a volte con furbizia le difficoltà di adattamento con tutti i precedenti film della saga (il terzo qualche problema l'ha creato) e, cosa più importante, ci riconsegna i veri X-Men in un film in grado di divertire tutti e di entusiasmare i fan.

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