sabato 17 maggio 2014

Festival di Cannes 2014 - giorno 3

Dopo 'Grace di Monaco' e il film sul pittore William Turner, un altro biopic su un grande personaggio arriva al festival.

Si tratta di 'Saint-Laurent', biopic sul grande stilista Yves Saint-Laurent diretto da Bertrand Bonello.
Protagonista del film Gaspard Ulliel, che offre una buona interpretazione. Nel cast anche Lea Seydoux che torna a Cannes dopo il trionfo con la vittoria della Palma d'Oro lo scorso anno.

Il film racconta il personaggio di Yves Saint-Laurent e affronta anche il rapporto con il suo compagno Pierre Bergé, che si è infuriato per il mancato utilizzo di abiti originali e poi non ha dato la sua autorizzazione per il film, cosa che non ha minimamente preoccupato il regista. "Non ci serviva. Anzi, volevamo essere il più liberi possibile di fare il film che volevamo, e così è stato", ha detto Bonello, "Non avevamo accesso alle collezioni originali e così gli abiti li abbiamo ricostruiti in Italia. Certo non avevamo intenzione di andare contro Bergé ma volevamo concentrarci fortemente sulla figura di Yves, non necessariamente tracciando un biopic esatto ma parlando di una figura d’artista, e al contempo con un taglio documentaristico che facesse emergere il suo lavoro e le sue contraddizioni".
'Saint-Laurent' non affronta la storia d'amore fra Yves e Bergé dall'inizio. "Nel mio film li incontriamo per la prima volta nel 1969", ha spiegato il regista durante la conferenza stampa, "Stanno già insieme da un po’ di anni. Yves è ancora giovane e avremo tutto il tempo di scoprire come influirà sulla storia della moda. Verso il finale la pellicola assume tratti atemporali. Saint-Laurent anziano ha il volto di Herbert Berger. Credo fosse l’unico attore in grado di dargli la giusta fisicità, anche se forse è più vecchio di come era effettivamente Yves nel 1989. Ma non importa, serve ad aumentare il senso di dilatazione temporale del film".
Il protagonista, Gaspard Ulliel, ha poi parlato del suo lavoro sul personaggio: "Ho letto e imparato tutto il possibile per poi dimenticarlo e trascendere i limiti del nozionismo. Volevo diventare Yves, ho lavorato moltissimo sulla voce. Il lavoro di Bertrand mi ha ampiamente supportato. Non saprei descriverlo a parole ma ha molto a che fare con le emozioni. Non si tratta solo di una biografia ma è un vero e proprio dramma. Disegnare non mi è risultato difficile. Lo sapevo già fare e mi è sempre piaciuto. Riguardo alle scene di sesso e di nudo, sono semplicemente parte del mio mestiere. Mi ha spaventato di più mettere a nudo l’anima, esplorando il lato oscuro dell’artista e la depressione". Lea Seydoux nel film è la modella Loulou de la Falaise, vera e propria musa per lo stilista. "Non ne ho fatto un ritratto esatto", ha detto l'attrice ,"ma ho piuttosto cercato di attenermi ai suoi colori".

Presentato Fuori Concorso il western 'The Salvation', diretto dal danese Kristian Levring, con Mads Mikkelsen, Eva Green, Jeffrey Dean Morgan e Eric Cantona (che non si è presentato nonostante fosse atteso).

La storia, ambientata nell'America del 1870, racconta di un immigrato danese (il lanciatissimo Mads Mikkelsen) che cerca di farsi una vita per ricominciare da zero. Quando la sua famiglia viene brutalmente assassinata, l'uomo decide di vendicarsi contro il feroce delinquente Delarue colpendo anche i suoi amici e familiari.

"Fare un western sempre stato un sogno da realizzare, fin da quando ero piccolo", ha detto il regista Kristian Levring a Canal +, "A quell'epoca guardavo ogni pellicola western che mi capitava. E' stato grande poter realizzare questo sogno. Nella mia testa avevo un sacco di riferimenti a cui ispirarmi, ma volevo anche fare un film che fosse attuale e forte, rispettando però la tradizione". Mads Mikkelsen ha però ammesso che da ragazzino non era un grande fan dei western. "Non ne ero innamorato da piccolo", ha detto l'attore, "ovvio li vedevo, ma il mio amore andava più verso ai film di Bruce Lee e di Hong Kong. Ma sono alla fine basati sulla stessa struttura: buoni, cattivi e qualcuno che poi risolva la situazione". Al contrario Eva Green li apprezza: "Adoro Morricone e Calamity Jane sarebbe un ruolo che mi calzerebbe a pennello. Poi lavorare in questo film è stato meraviglioso, non avevamo green screen, ma eravamo davvero all'interno di questi paesaggi immensi e tutto era naturale. Abbiamo girato in Sud Africa, bellissimo. Ho accettato questo ruolo perché era qualcosa che non avevo mai fatto, era una scelta ovvia da fare". Jeffrey Dean Morgan, il villain del film, ha dichiarato di non aver avuto problemi a calarsi nella parte. "C'era già quasi tutto nella sceneggiatura", ha detto l'attore durante l'intervista, "costruita benissimo, è il film è ambientato in una zona dove non esiste la legge. Appena ho messo una pistola sul mio cinturone, mi sono sentito in qualche modo giustificato da tutto quello che il mio personaggio avrebbe dovuto fare".

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