mercoledì 14 novembre 2012

'Venuto al Mondo' - commento a caldo

A otto anni di distanza da 'Non Ti Muovere', si riforma il trio Castellitto-Mazzantini-Cruz per il film 'Venuto al Mondo'.

Gemma (P.Cruz) parte per Sarajevo insieme al figlio adolescente Pietro (P.Castellitto), per lei è un ritorno dopo tanti anni di assenza. Ad accoglierla c'è Gojko (A.Haskovic), suo amico e sua guida nell' '84, anno delle Olimpiadi invernali, anno in cui ha conosciuto e si è innamorata di Diego (E.Hirsch), anno in cui la guerra era ancora lontana. Gemma torna a Sarajevo per una mostra fotografica sulla guerra, le foto sono di Diego, il padre di Pietro. Appena messo piede a Sarajevo cominciano i ricordi: l'incontro con l'esuberante Gojko; quando ha conosciuto Diego; la loro storia d'amore, appassionata e tormentata; il sogno di diventare madre che un difetto genetico ha spezzato; la decisione di avere un figlio tramite un'altra donna, la ribelle Aska (S.Aksoy); l'arrivo della guerra.

La storia, tratta dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, non era facile da portare sullo schermo. 'Venuto al Mondo' è un libro pieno, tanti gli avvenimenti da raccontare e tutti molto difficili da affrontare. Il film un po' sente il peso della complessità del libro perché non c'è solo una storia, quella principale ne contiene un'altra che a sua volta si apre ad un'altra e così via. E' un gioco di rivelazioni, ogni porta che apre c'è una storia dietro, tutte cariche di emozioni e tragicità, che si intrecciano con uno dei fatti storici più bui e crudeli degli ultimi anni, la guerra in Bosnia.

Sergio Castellitto, regista e sceneggiatore - aiutato dalla Mazzantini, che è anche sua moglie - in tutto questo riesce a muoversi bene, il "gioco delle rivelazioni" viene gestito nel modo giusto. All'inizio il film corre un po' ma era inevitabile sacrificare qualcosa del libro e concentrarsi su determinati argomenti. Hanno così deciso di lasciare un po' da parte l'appassionata storia d'amore fra Diego e Gemma e concentrarsi di più sul contrasto tra una maternità voluta con tutte le forze e la crudeltà della guerra. E di crudeltà ce n'è abbastanza, per quanto possa essere "finta" e un po' romanzata si intuisce quello che dev'essere stato nella realtà.
Il film non è perfetto, ci sono scene che non funzionano come avrebbero dovuto, probabilmente funzionano di più sulla pagine del libro, ma Castellitto riesce ad evitare di essere retorico, ogni tanto cade in frasi un po' fatte ma non cerca mai di provocare lacrime, che comunque arriveranno nei cuori più romantici.
Grande partecipazione da parte di tutto il cast. Penelope Cruz si trova bene con Castellitto e si vede, brava come sempre (e anche qui un po' imbruttita). Emile Hirsch si è calato nella parte, se all'inizio spiazza vederlo in un film italiano poi ci si fa subito l'abitudine, intenso. Molto bravi anche Adnan Haskovic (Gojko), Saadet Aksoy (Aska) e Luca De Filippo. Castellitto si è ritagliato un ruolo marginale ma da attore esperto in poco spazio riesce a fare il suo. Lascia un po' perplessi la scelta di Pietro Castellitto nella parte di Pietro, non per un questione di bravura ma perché il suo personaggio è figlio adottivo di Sergio Castellitto perciò non dovrebbe assomigliargli e invece è uguale, dovevano pensarci. Comparsata senza parole per Vinicio Marchioni, comparsata con parole per Jane Birkin.

C'è da apprezzare il tentativo di Castellitto di fare un film che possa guardare fuori dai confini italiani, cosa rara di questi tempi in Italia, con un cast internazionale e una storia universale. 'Venuto al Mondo' è un dramma appassionato, una storia triste che lascia tristi, coinvolge e non annoia, dà l'impressione di essere un film sincero. Il pubblico lo apprezzerà.


Frra

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