giovedì 6 marzo 2014

La Bella e la Bestia (2014) - la recensione

Christophe Gans (Silent Hill) firma il nuovo adattamento di una delle fiabe piĂ¹ acclamate e riadattate della storia: La Bella e la Bestia di Jeanne-marie Leprince de Beaumont. Protagonisti di questa nuova versione LĂ©a Seydoux e Vincent Cassel, rispettivamente, la giovane Belle e la bestia.

Attinente alla fiaba piĂ¹ delle altre trasposizioni (soprattutto quella Disney), La Bella e la Bestia di Gans riflette in maniera soddisfacente lo spirito dell'opera originale ma delude un po' le aspettative a causa di una discontinuitĂ  legata al ritmo della storia. Alcune scene sono degne di nota, creative e affascinanti, ma la maggior parte del film risulta lento e prolisso così da spezzare letteralmente il ritmo della storia.

La caratterizzazione visiva funziona benissimo, le ambientazioni e i costumi in particolare sono quasi sempre meravigliosi e affascinanti, e denotano un grande studio dei particolari. Gli effetti speciali riescono il piĂ¹ delle volte a creare l'illusione e l'atmosfera giusta. Ma questo basta per salvare l'intero film? Sì e no. 
Come molte produzioni (anche oltreoceano), La Bella e la Bestia rientra nella categoria di film "si lascia guardare, ma finisce lì". Si poteva fare di meglio, magari il regista non era il piĂ¹ adatto per un progetto di questo genere, anche la piattezza delle interpretazioni non hanno aiutato, o forse la trasposizione di questa fiaba ci ha semplicemente annoiati.
Léa Seydoux risulta piatta e a volte inespressiva, troppo "candida". Vincent Cassel invece è leggermente troppo sopra le righe e i lievi stravolgimenti della trama originale non hanno di certo aiutato la sua interpretazione


In conclusione, è un film che purtroppo si basa solo sulla messa in scena di alcune parti e mette in secondo piano il pathos che dovrebbe ricreare una fiaba meravigliosa come questa. Un occasione sprecata ma non del tutto. Sicuramente si poteva fare meglio.

E' comunque da riconoscere al cinema francese un grande coraggio e grande maestria per aver creato (anche se solo visivamente) un lungometraggio come questo, pieno di iniziativa, artigianato e padronanza dell'arte cinematografica che non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni hollywoodiane.

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