lunedì 11 giugno 2018

Jurassic World: Il Regno Distrutto - la recensione

A tre anni da Jurassic World, tornano i dinosauri con il quinto film della saga e secondo della nuova trilogia.

Il precedente film ci aveva lasciato con un parco distrutto dai dinosauri come conseguenza della cieca avidità degli esseri umani. Tre anni dopo, gli animali sono in pericolo a causa del vulcano che sta per distruggere Isla Nublar. Il dibattito incalza: salvare o no i dinosauri? Mentre il mondo s'interroga, chiedendo un parere anche a un esperto come Ian Malcolm, Claire è impegnata in una campagna per la difesa degli animali dell'isola e viene chiamata a prendere parte a una missione di salvataggio in extremis dei dinosauri, in particolare Blue, il velociraptor addestrato da Owen. Una volta sull'isola però le cose prenderanno una brutta piega, non per colpa dei dinosauri o del vulcano, ma a causa di un animale ben più pericoloso: l'uomo.

Jurassic World era stato un ottimo modo per far ripartire il franchise creato da Steven Spielberg e basato sui libri di Michael Crichton, con Jurassic World: Il Regno Distrutto si può dire che prende davvero il via la nuova trilogia. Il nuovo capitolo infatti sposta l'azione su un altro territorio e introduce il proprio filone narrativo, con elementi nuovi, alcuni ben sfruttati, altri solamente abbozzati.
La grande novità è senza dubbio J.A. Bayona. Il regista spagnolo merita i complimenti, ha saputo trovare un giusto equilibro tra il proprio stile e quello che ci si aspetta da un film di questo tipo. Bayona firma il capitolo più "dark" della saga, gioca con le ombre, i chiaroscuri e i riflessi regalando al film quello di cui più aveva bisogno: la suspense. Il film non fa paura (anche se in Italia a quanto pare è stato censurato di alcune scene cruente, purtroppo) ma si vede che la mano alla regia conosce l'horror. C'è un parallelismo non casuale tra questo film e il secondo capitolo della prima trilogia, Il Mondo Perduto, e la sceneggiatura, scritta da Colin Trevorrow (regista del precedente) e Derek Connolly, propone una storia principale giusta per un secondo film, creando ottime basi per il terzo capitolo. A convincere meno - anzi diciamo che al momento non sappiamo bene cosa pensare al riguardo - è la sottotrama "fantascientifica" che viene rivelata verso la fine e lasciata lì. Un passaggio che dovrà essere maneggiato con molta cura per evitare di portare la saga verso un territorio lontano e meno interessante di quello che invece è il cuore di tutto, cioè i dinosauri.
Ottimi gli effetti speciali, un perfetto mix di CGI e animatronics, che - ammettiamolo - danno tutto un altro effetto e fascino ai dinosauri.

Bene il cast, l'affiatamento tra Bryce Dallas Howard e Chris Pratt ormai è perfetto, entrambi gli attori sono molto bravi a gestire i diversi toni del film, azione, drama e momenti comici. Il personaggio di Bryce Dallas Howard fa un balzo in avanti rispetto al primo film, in cui, almeno nella prima parte, era relegato al ruolo di "donna spalla dell'eroe macho", qui il personaggio è molto più quadrato, calato nell'azione e risoluto nelle scelte, anche più del personaggio di Chris Pratt. L'attore da parte sua dimostra la sua grande dimestichezza con la commedia, in particolare in una scena in cui recita solo con il corpo (un momento alla DiCaprio in Wolf of Wall Street, diciamo così). E poi c'è Jeff Goldblum, che con il suo carisma riempie ogni singolo secondo del poco, purtroppo, spazio che gli viene dato.

C'è una buona dose di coraggio in questo secondo capitolo, e di questo va dato merito al regista. Il film coinvolge e diverte. Ci sono tante citazioni. Tornano i dubbi filosofici e morali tanto cari a Ian Malcolm. C'è molta azione. Ci sono tanti dinosauri, più di qualsiasi capitolo precedente. Jurassic World: Il Regno Distrutto ha quello che deve avere, è un ottimo secondo capitolo che fa fare un passo in avanti alla nuova trilogia e ci lascia con un climax davvero interessante per il terzo film.

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