sabato 29 novembre 2025
martedì 4 novembre 2025
After the hunt - la recensione
Alma Himoff (Julia Roberts), docente di filosofia all’università di Yale, in procinto di ottenere una cattedra, è molto stimata da colleghi e studenti, tra cui l’assistente Hank (Andrew Garfield) e la dottoranda Maggie (Ayo Edebiri) che, entrambi in competizione per la sua attenzione, si lanciano frecciatine reciproche: lui definisce la generazione di lei troppo rigida, mentre Maggie lo invita a non generalizzare. Sebbene Alma sia spesso colpita da dolori improvvisi, sceglie di non confidarsi con il marito Frederick, che la accudisce con premura ma la considera impenetrabile, se non addirittura insensibile. Quando Maggie si presenta a casa della professoressa sostenendo di essere stata molestata da Hank, Alma si ritrova divisa tra l’empatia verso la studentessa e il desiderio di preservare la propria immagine di paladina delle donne, e la volontà di concedere al suo assistente il beneficio del dubbio, mentre un insistente ticchettio di metronomo sembra scandire l’imminente resa dei conti nell’era del #metoo e della correttezza politica.
Dopo gli eccessi glaumor di Challengers e le visioni oniriche e psichedeliche di Queer, Luca Guadagnino cambia totalmente registro affrontando il thriller psicologico dai toni freddi e raffinati, cercando di mixare all'interno di uno stesso film la lotta generazionale, una riflessione sulla cancel culture e il mistero derivante dal dover ricostruire la verità attraverso molteplici punti di vista.
Quello che si ottiene è un risultato che però risulta essere più confusionario che pulito e più didascalico che interessante, a tratti forse anche pedante nel modo in cui i protagonisti continuano a ripetere il concetto più e più volte. Da un certo punto di vista Guadagnino cerca di dirci che la verità è difficile da afferrare, che non è mai così netta come la nostra epoca - dove regna sovrana la polarizzazione delle opinioni, il doversi necessariamente schierare 'a favore' per non venir bollati automaticamente come 'contro' - vuole farci credere. Purtroppo però in più punti si ha quasi l'impressione di stare assistendo a un classico discorso "da boomer" su come non si possa più dire niente. Peccato perché era interessante la riflessione sulla cancel culture portata agli estremi e sull'attivismo performativo, e con un pizzico di sfumatura in più ne poteva nascere qualcosa di controverso e ficcante.
Nulla da dire invece dal punto di vista tecnico, con una regia sempre elegante e soprattutto un cast notevole, guidato da una grandissima Julia Roberts in grande spolvero, una Ayo Edebiri che è ormai in ascesa e Andrew Garfield sempre una garanzia in queste occasioni.
Sicuramente non parliamo di una pellicola totalmente da buttare, le più di due ore di film non annoiano mai, ma non si tratta del film più memorabile della carriera del regista.
lunedì 3 novembre 2025
La Ballata di un Piccolo Giocatore - la recensione
martedì 28 ottobre 2025
A House of Dynamite - la recensione
venerdì 19 settembre 2025
RoFF20 _ presentato il programma della Festa del Cinema di Roma 2025
domenica 7 settembre 2025
Venezia 82 _ 'Father Mother Sister Brother' vince il Leone d'Oro. Ecco tutti i vincitori.
Alla fine, la giuria presieduta da Alexander Payne ha sorpreso tutti assegnando il Leone d'Oro a Jim Jarmusch e al suo Father Mother Sister Brother. Una scelta molto cinefila, un titolo sicuramente apprezzato ma nessuno lo aveva pronosticato come possibile Leone d'Oro.
martedì 22 luglio 2025
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lunedì 21 luglio 2025
Marvel - Kevin Feige parla del futuro dell'MCU: "Cambierà tutto".
giovedì 10 luglio 2025
Superman - la recensione
L'ultima volta che abbiamo visto l'Uomo d'Acciaio sul grande schermo era il 2017 e il film era Justice League. Se si escludono improbabili cammei di Nicolas Cage in The Flash e la Snyder Cut rilasciata in pandemia, quel travagliato film diretto infine da Joss Whedon fu la pietra tombale del DC Extended Universe al cinema.
Avanti veloce fino ad oggi, Luglio 2025. Al comando dei nuovi DC Studios c'è James Gunn, autore eclettico, uno che alla Marvel ha preso dei personaggi praticamente sconosciuti come i Guardiani della Galassia e li ha resi un fenomeno pop inimmaginabile. È lui a scrivere e dirigere quello che dovrà essere il nuovo inizio di un universo che potrebbe regalarci incredibili soddisfazioni ma che al cinema ha a dir poco faticato, se non addirittura contrariato i fan. Difficild? Sicuramente, ma quando si ha a che fare con James Gunn niente appare impossibile, persino un film come questo Superman.
La regia di Gunn è sempre ottima, con un paio di momenti in cui diventa addirittura esaltante, con movimenti di macchina incredibili, una fotografia luminosissima e colorata e un humor ben dosato e mai esagerato, così come i suoi famosi 'momenti musicali', che ci sono ma rimangono contenuti.















