L'ultima volta che abbiamo visto l'Uomo d'Acciaio sul grande schermo era il 2017 e il film era Justice League. Se si escludono improbabili cammei di Nicolas Cage in The Flash e la Snyder Cut rilasciata in pandemia, quel travagliato film diretto infine da Joss Whedon fu la pietra tombale del DC Extended Universe al cinema.
Avanti veloce fino ad oggi, Luglio 2025. Al comando dei nuovi DC Studios c'è James Gunn, autore eclettico, uno che alla Marvel ha preso dei personaggi praticamente sconosciuti come i Guardiani della Galassia e li ha resi un fenomeno pop inimmaginabile. È lui a scrivere e dirigere quello che dovrà essere il nuovo inizio di un universo che potrebbe regalarci incredibili soddisfazioni ma che al cinema ha a dir poco faticato, se non addirittura contrariato i fan. Difficild? Sicuramente, ma quando si ha a che fare con James Gunn niente appare impossibile, persino un film come questo Superman.

Dopo una piccola gag introduttiva in stile Star Wars, lo spettatore è immediatamente catapultato nel bel mezzo dell'azione, tanto che i meno avvezzi a questo tipo di narrazione puramente fumettistica potrebbero trovarsi leggermente spaesati: Superman è già in attività da tre anni, lui e Lois Lane sono già una coppia, Luthor lo conosce bene e gli altri supereroi sono attivi e ben inseriti nella società e anche fra le conoscenze del nostro eroe dal mantello rosso. Nessuna storia di origini, quindi, nessun bambino arrivato dallo spazio e cresciuto in una fattoria, non nel senso classico quantomeno, perché comunque i Kent e le origini familiari di Clark sono fondamentali in questo film.
Sicuramente bisogna fare un patto con ciò che il film vuole offrirci ed entrare nel mood, per così dire. Questo non è un film realistico, non è un film che vuole dare risposte verosimili a quello che Superman e gli altri possono o non possono fare. Questo è un fumetto e segue la logica dei fumetti, dove i cattivi si sconfiggono con una serie di tecnobubbole e il potere dell'amore, dove si possono aprire universi tasca senza (troppi) problemi e nessuno batte ciglio.
Una volta accettato tutto questo (e beninteso, non tutti potrebbero farlo, per molti questo inizio in medias res, e le dinamiche tipicamente da comic possono risultare respingenti) allora si viene presi e trascinati in un vortice di divertimento ed emozione che non si vedeva da un po' in un cinecomic. In special modo in un film di Superman.
James Gunn si pone in netto contrasto con il suo predecessore e decide di tornare al cuore del personaggio, riscoprendo la bontà e l'ottimismo che lo hanno sempre caratterizzato fin dalla sua controparte cartacea. Il Superman di Gunn non è una figura cristologica tormentata da un desiderio di vendetta, ma un ragazzo di campagna che ama l'umanità con tutto se stesso e che nel tumulto dell'azione si preoccupa di salvare uno scoiattolo. Quello che rende Superman davvero super non sono i raggi laser dagli occhi o la capacità di volare, ma la sua incrollabile fiducia nel bene. Prima ancora di essere Superman, è Clark Kent e la sua capacità di amare totalmente è il suo superpotere.

La scelta di David Corenswet da questo punto di vista è perfetta, perché al di là di una prestanza fisica che certamente è presente, l'attore ha il viso giusto per incarnare questo Superman gentile e a tratti quasi ingenuo; riesce a essere sia molto divertente che molto intenso senza mai perdere lo sguardo spensierato. Ottima la chimica con Rachel Brosnahan, perfetta Lois Lane, e con tutti gli altri comprimari (in particolare Edi Gathegi che interpreta Mr Terrific, la vera e propria spalla del protagonista, insieme al cane Cripto, meraviglioso sotto ogni aspetto. A emergere però ancora più potentemente è il Lex Luthor di Nicholas Hoult: calcolatore, accecato dall'invidia, quasi pazzo dal desiderio di annientare Superman, ha degli sprazzi di umanità sorprendenti e Hoult è davvero incredibile nel rendere ogni sfumatura di questo iconico Villain.
La regia di Gunn è sempre ottima, con un paio di momenti in cui diventa addirittura esaltante, con movimenti di macchina incredibili, una fotografia luminosissima e colorata e un humor ben dosato e mai esagerato, così come i suoi famosi 'momenti musicali', che ci sono ma rimangono contenuti.
James Gunn dà un taglio netto al passato, riportando il personaggio di Superman alle origini, lanciando il messaggio che non bisogna per forza essere cupi e dark per poter parlare di supereroi in modo convincente e che è la gentilezza ad essere veramente punk rock. Forse un messaggio che potrebbe deludere chi è abituato a una versione cinematografica più recente dell'Uomo d'Acciaio, ma che molto probabilmente farà contenti gli appassionati dei fumetti e chi è un po' stanco di sentirsi dire che per essere adulti bisogna essere cinici.
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