Siamo di fronte a un film sulle origini di un supereroe, qualcosa di già visto, non particolarmente originale nei suoi spunti fondamentali, ma è la struttura narrativa a fare la differenza quando Wade Wilson, mercenario dal pungente senso dell'umorismo, ci racconta come è diventato Deadpool, mutante del tutto fuori di testa che rigenera i suoi tessuti e nel frattempo cerca vendetta.
La sceneggiatura è irriverente, il montaggio incalzante, passato e presente si alternano e tutto è estremamente divertente. Come già successo con Guardiani della Galassia, Deadpool ironizza su se stesso, mettendo in ridicolo la categoria dei film sui supereroi a cui appartiene, ma va anche oltre, trasformandosi in un vero e proprio film per adulti, sboccato e smaccatamente sessuale nelle sue allusioni, nascondendosi dietro la follia del suo protagonista, abbattendo continuamente la quarta parete e suscitando più di una fragorosa risata con alcuni geniali riferimenti metatestuali.
Doveroso un applauso a Ryan Reynolds, perfetto protagonista, chiacchierone e sbruffone, che dopo la dimenticabile prova data come Lanterna Verde, riesce a risollevarsi completamente mettendo i panni, o meglio la tuta di spandex, di un personaggio tanto complesso quanto irresistibile.
Film supereroistico, storia di origini, commedia romantica e black comedy, ma soprattutto due ore che volano via in un lampo e che lasciano la voglia irrefrenabile di averne ancora e ancora.
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