domenica 31 dicembre 2017

Coco - la recensione

Lee Unkrich e Adrian Molina firmano Coco, diciannovesimo lungometraggio animato Pixar che ci porta nel bel mezzo di una "diatriba" familiare nel Día de Muertos, nota festività messicana.

Tra mondo dei vivi e mondo dei morti il lungometraggio si snoda su una struttura piuttosto classica e quasi priva di guizzi di sceneggiatura. Tuttavia il cuore che man mano affiora dalla semplicità della trama riesce a commuovere anche lo spettatore più scettico, regalando dei momenti davvero suggestivi.

Inutile (probabilmente) soffermarci sul lato tecnico sempre più sopraffino e incredibile. Il mondo dei morti esplode sullo schermo come il più colorato e fantasioso dei luoghi visti per ora nei film dello studio animato. Dall'altra parte però non si riscontra la stessa sorpresa nel design dei personaggi umani piuttosto standard visivamente parlando.

La musica infine condisce un prodotto che proprio su di essa pone le proprie basi, regalando dei momenti sia emozionanti che divertenti.

C'è bisogno di abituarsi al mondo di Coco, ma superata la prima metà non resta che rimanere affascinati e totalmente coinvolti nelle grandi emozioni che pervadono il film.

P.S. - Frozen - Le Avventure di Olaf è stato scelto come cortometraggio (Disney) da proiettare prima del film. In 21 minuti ritroviamo tutti (o quasi) i personaggi principali del classico Disney del 2013 che tornano sul grande schermo in un - troppo lungo - segmento che nella sua semplicità funziona (molto di più di Frozen Fever), anche se i momenti musicali risultano quasi molesti.

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