giovedì 5 gennaio 2017

Passengers - la recensione

In un futuro non precisato la terra si ritrova sovrappopolata, per questo l'uomo ha iniziato a colonizzare lo spazio ed altri pianeti. In questo contesto intercettiamo la rotta dell'astronave Avalon, una struttura automatizzata che sta compiendo un viaggio verso la colonia chiamata Homestead II. Sulla nave ci sono oltre 5.000 passeggeri sottoposti a sonno criogenico, ma all'improvviso un'anomalia attiva una capsula risvegliando così Jim (Chris Pratt), un uomo che si ritroverà faccia a faccia con alcuni indesiderati problemi.

Passengers è principalmente un melodramma spaziale ambientato nello spazio. Il contesto fantascientifico e quello prettamente romantico si uniscono omogeneamente in un blockbuster senza pretese e che ha come unico scopo intrattenere ed appassionare.

Ovviamente Passengers, come già ribadito, non pretende di far riflettere sulla vita e non costruisce castelli filosofici colmi di paradossi e pensieri aulici, il film firmato da Morten Tydlum (The Imitation Game), guidato da interessanti personaggi estremamente terreni (Chris Pratt, Jennifer Lawrence), trasporta lo spettatore in un contesto basato sulla solitudine, sulla sopravvivenza, sul pericolo e sull'amore.

Gli effetti speciali fanno il loro lavoro insieme a tutte le altre sfaccettature tecniche, dalla fotografia alla colonna sonora. Senza alcuna pretesa Passengers riesce con umiltà a rimanere nella mente dello spettatore. Non sarà uno sci-fi che rimarrà nella storia, ma probabilmente non era questo il suo intento.



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