domenica 12 giugno 2016

Eddie the Eagle - la recensione

Cinema e sport, un connubio che ritorna spesso e che ci ha raccontato storie straordinarie, quella di Eddie Edwards, soprannominato "Eddie the Eagle", è una di queste.

Eddie Edwards (Egerton) è un ragazzino con dei problemi alle ginocchia, un padre che non lo incoraggia mai e lo vuole spingere a fare il muratore, ma Eddie ha un sogno: andare alle Olimpiadi. La folgorazione arriva quando Eddie si trova davanti una pista da sci d'allenamento, in quel momento decide di entrare a far parte della squadra di sci per andare alle Olimpiadi Invernali del 1988. Ci riesce ma la federazione olimpica britannica non lo ammette nella squadra, perché Eddie è un po' goffo e mandare la squadra alle Olimpiadi costa, quindi non vogliono pesi. Eddie non si arrende, dallo sci devia su una disciplina parallela, il salto con gli sci, dove la Gran Bretagna non schiera un atleta dagli anni '20. Di sua iniziativa parte per la Germania per imparare e allenarsi con i più forti. L'impatto non è affatto semplice, nemmeno con la neve visto che Eddie si schianta a terra diverse volte. Lì incontra un ex atleta (Jackman) che a causa del suo comportamento indisciplinato non ha sfondato e che ormai è un fallito alcolizzato. I due uniranno le forze e Eddie, grazie al suo coraggio e alla sua incredibile forza di volontà riuscirà a qualificarsi e a partecipare alle Olimpiadi di Calgary '88. Eddie non ha vinto, anzi, ma è comunque diventato un mito per la gente.

Il salto con gli sci, pur essendo uno sport molto bello, non è fra i più seguiti, e non è nemmeno molto cinematografico, ma la storia di Eddie Edwards è stata talmente straordinaria che meritava di essere raccontata, è una di quelle storie assurde e apparentemente impossibili che solo lo sport sa regalare. Il regista, e attore, Dexter Fletcher per questo film ha optato per una resa molto classica, un biopic convenzionale, in cui ha scelto la strada del divertimento, della leggerezza. Scelta che forse lo rende meno "epico" e più romanzato, ma che alla fine coinvolge molto lo spettatore, che si ritrova a tifare per il protagonista. La vera forza del film sta proprio nel personaggio di Eddie, impossibile non volergli bene, un ragazzo positivo, coraggioso, che non si perde mai d'animo, che prende tante botte - fisiche e morali - ma non si abbatte mai, ogni livido, ogni risata di scherno, ogni presa in giro, è solo una spinta a saltare da più in alto.

Ottime le prove dei due protagonisti. Hugh Jackman è un perfetto ex atleta disilluso che riesce a ritrovare entusiasmo, mentre Taron Egerton riesce ad essere il volto dell'ottimismo e del coraggio, e risulta credibile nonostante il look e l'impostazione fisica che deve tenere per tutto il film. Da segnalare un'ottima colonna sonora, molto anni '80.

Un film che non brilla per originalità ma che racconta una storia bella, positiva, e d'incoraggiamento. Non è un film che vuole ispirare la gente, ma ci vuole solo far conoscere la storia di una persona che non si è mai arresa, che ha raggiunto il suo obbiettivo, e anche se alla fine è arrivato piuttosto lontano dalla vittoria, ha incarnato bene lo spirito delle Olimpiadi, dove l'importante non è vincere ma farne parte, non è importante il trionfo ma la lotta. Uno spirito che spesso manca nello sport a cui siamo abituati oggi.

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