giovedì 19 maggio 2016

X-Men: Apocalisse - la recensione

Sono passati 10 anni dai fatti accaduti in X-Men: Giorni di un Futuro Passato e il mondo ha “accettato” in maniera frammentaria l'esistenza dei mutanti. Il professor Charles Xavier è intento a mandare avanti la sua scuola per giovani dotati, Raven/Mystica ha spostato la sua attenzione sulla salvaguardia dei mutanti sfruttati e maltrattati e Erik Lehnsherr/Magneto si è costruito una nuova vita in Polonia. Nonostante l'idilliaca pace, i nostri protagonisti saranno costretti a ritrovarsi a causa di una minaccia più grande: l'Apocalisse. Nell'antico Egitto si è infatti risvegliato En Sabah Nur, un antico mutante pronto a scatenare il caos nel globo per affermare la sua supremazia sui terrestri.


X-Men: Apocalisse si assume il duro compito di portare alta la bandiera della nuova saga di X-Men dopo l'esaltante Giorni di un Futuro Passato, anch'esso diretto da Bryan Singer, regista che, come risaputo, non ha mai deluso nel campo cine-fumettistico. Il film si presenta sin dall'inizio con un sapore visivo puramente anni '80, periodo in cui la pellicola è effettivamente ambientata: dai trucchi prostetici alla colonna sonora fino ad arrivare alla scenografia, il film rimane a tratti coerente a questo stile, anche se la pressante presenza della CGI spesso e volentieri distrugge l'armonia visiva dell'intero progetto (il maniero di Xavier raggiunge picchi imbarazzanti visivamente parlando).
Un altro duro compito del film è quello di presentare al pubblico la “versione giovane” di alcuni dei più iconici protagonisti della saga, ovvero Jean Grey, interpretata da Sophie Turner (la Sansa Stark di Game of Thrones), Scott Summers/Ciclope (Ty Sheridan), Ororo Monroe/Tempesta (Alexandra Shipp) e Nightcrawler (Kodi Smith-McPhee). I personaggi hanno uno spazio molto ben delineato all'interno delle dinamiche del film, anche se di fatto poco incisivo. Gli altri character, da Mystica (Jennifer Lawrence), Bestia (Nicholas Hoult), Quicksilver (Evan Peters), Magneto (Michael Fassbender) a Charles Xavier (James McAvoy) non  spiccano più di quanto ci si aspetti. Le dinamiche tra Charles e Magneto, seppur interessanti, ripropongono esattamente ciò che abbiamo già visto nei cinecomic precedenti.
Tuttavia il vero punto negativo del film rimane (come spesso accade nei cinecomic) il villain, Apocalisse. Oscar Isaac, per quanto sia un interprete dotato, risulta molte volte inadatto a vestire i panni di quello che dovrebbe essere il mutante più temibile mai esistito, fatto aggravato anche dal concept visivo eccessivo e limitante (seppur pregevole nella sua esecuzione visiva dal sapore rétro).
In generale non possiamo di certo definire X-Men: Apocalisse un disastro su tutti i fronti, il film intrattiene e “sbalordisce” dove può offrendo in qualche modo delle dinamiche non proprio fresche. L'apocalisse filmica è scongiurata, ma il passo falso potrebbe essere dietro l'angolo.
Infine un piccolo appunto sul doppiaggio italiano: il peggiore mai sentito in un film sugli X-Men.

Mat

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