venerdì 13 maggio 2016

Cannes 2016 - giorno 3

Si entra nel vivo, presentati due film in ConcorsoMa Loute di Bruno Dumont, e I, Daniel Blake di Ken Loach.

Ottima accoglienza per il nuovo film del regista britannico Ken Loach, I, Daniel Blake raccoglie applausi e commuove la platea.

Il film racconta la storia di Dan (Dave Johns), falegname di Newcastle da poco rimasto vedovo che, dopo un infarto, deve smettere di lavorare. A 60 anni, passati quasi tutti a lavorare, per vivere deve chiedere aiuto allo stato ma si scontra con la complicata e ottusa burocrazia. Dan si vede negare il sussidio di invalidità e per ricevere invece quello di disoccupazione deve convincere lo Stato che sta continuando a cercare attivamente un lavoro. Intanto Dan incontra Katie (Hayley Squires), una madre single e disoccupata con due film a carico a cui è stata assegnata una casa popolare proprio a Newcastle. Tra Dan e Katie si crea complicità, solidarietà e amicizia. Tutto potrebbe andare bene se solo lo Stato li trattasse con dignità.

Per raccontare un film che racconta i poveri e denuncia l'ottusità dello Stato, Ken Loach ha scelto due attori praticamente esordienti: il cabarettista Dave Johns, e Hayley Squires, scrittrice per il teatro. "Cercavo la semplicità nello stile e nella costruzione, non volevo nulla che distraesse il pubblico dall'essenza dei personaggi", ha detto il regista.
I, Daniel Blake è un film di denuncia, che riporta ai film degli anni 60', con cui Loach ha voluto raccontare quella che è una situazione drammatica: "Voglio essere scioccante, questo problema tocca tutta l'Europa, ed è molto urgente. Le persone più vulnerabili si sentono dire che è colpa loro se non hanno lavoro. Il tasso di disoccupazione è altissimo, in Gran Bretagna ci sono due milioni di persone iscritte alle liste di collocamento,e altri due milioni che non ci provano neanche, disabili e invalidi. Intanto i suicidi stanno diventando un problema di massa. E' una reazione umana alla frustrazione, alla disperazione".

Due anni fa Ken Loach aveva annunciato che si sarebbe ritirato dal Cinema, evidentemente ci ha ripensato, e vista la reazione positiva dei critici al suo film e l'applauso che gli è stato riservato all'ingresso in conferenza stampa, si può dire che ha fatto bene.

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Tono decisamente diverso per il film Ma Loute di Bruno Dumont, presentato sempre in Concorso, che vede nel cast Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrice Luchini, e diversi attori non professionisti.

Ma Loute è una commedia molto nera, surreale e sopra le righe, con tanto di esplicita scena di cannibalismo. Il film, ambientato nel 1910, racconta l'incontro di due famiglie molto diverse, una di pescatori del nord della Francia, e una borghese che si trova da quelle parti in vacanza. Tra queste due famiglie molto estreme si inserisce l'indagine che un imbranato investigatore sta svolgendo su delle misteriose sparizioni.

"Ho fatto esattamente il film che volevo fare, un po' storia d’amore, ma anche poliziesco, crudele, pittoresco e con elementi di meraviglia", ha dichiarato il regista, "L’ambientazione richiama i primi del novecento, ma la storia è contemporanea. E’ atemporale. Penso che l’equilibrio tra elementi buffi e dramma sia fondamentale, anzi, è proprio il punto del film. L’esperimento era riuscire a rendere accettabili anche fatti gravissimi, come il cannibalismo, perché risultano buffi".

"Per me il lavoro più grande è stato dipingere una caricatura lasciandogli però dei tratti di credibilità e realismo", ha dichiarato Fabrice Luchini, "Ho giocato su elementi caratteristici come questa fissa degli aperitivi che hanno i francesi. Io li odio, in verità, ti rovinano la cena e ti intasano le arterie". Personaggio complicato da interpretare invece per Juliette Binoche: "Non era un approccio facile, ero contenta di essere sul set ma anche un po’ paura, il luogo così particolare, e poi per il personaggio che viene da un passato di violenza". "Il mio personaggio è invece estremamente misurato, chiuso in sé stesso", ha raccontato invece Valeria Bruni Tedeschi, "Dovevo lavorare di sottrazione ed evitare di esprimere fisicamente i miei impulsi di desiderio o aggressività. E’ stato un po’ doloroso ma in fondo un attore cerca questo".

Il film è stato accolto da applausi anche se non ha convinto tutti.

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