sabato 7 novembre 2015

SPECTRE - la recensione

Ancora scosso dopo gli eventi di Skyfall, James Bond si lancia a capofitto in un nuovo mistero andando contro gli ordini diretti dello stesso M, mentre una nuova disposizione politica rischia di far chiudere per sempre la sezione 007. Cosa si nasconde dietro alla misteriosa organizzazione chiamata SPECTRE?


Proprio come Bond, anche lo spettatore arriva a questo 24° episodio della saga sull'Agente Segreto al servizio di Sua Maestà con le immagini di Skyfall ancora negli occhi, un'eredità pesantissima superare o anche solo eguagliare quello che probabilmente è stato il miglior film della saga. Sam Mendes non è certo un dilettante alla prime armi e inizia subito mettendolo in chiaro: la scena iniziale è, infatti, un lungo piano sequenza in cui, tra le maschere della Festa dei Morti di Città del Messico, si alternano musica dal vero e un inseguimento adrenalinico, ottenendo l'immediata attenzione del pubblico. I titoli di testa sono ancora sullo stile di quelli del film precedente, con Writing's on the wall di Sam Smith al posto di Skyfall di Adele, forse un po' troppo lunghi ma comunque meravigliosi a livello visivo ed evocativo.
Da qui la prima parte del film scivola via con fluidità, tra azione e le bellissime riprese romane e un inseguimento in automobile degno della miglior tradizione. C'è anche Monica Bellucci che, sempre bellissima, non dà prova delle migliori doti recitative, ma fortunatamente è in scena molto poco e la sua performance è presto dimenticata.
Di tutt'altro impatto è Léa Seydoux, vera Bond Girl della pellicola, avvolta da un'aura eterea e di ben altre capacità interpretative, la sua chimica con Daniel Craig è una delle cose migliori del film e anche il personaggio stesso è molto interessante e ben caratterizzato.
Perfetti anche gli altri membri della squadra "dei buoni": Ben Wishaw è un perfetto Q, Naomie Harris è sempre più calata nel ruolo di Moneypenny, e Ralph Fiennes raccoglie egregiamente l'eredità lasciata da Judi Dench ed è un magnifico M.
Una mezza delusione invece i villain: se Andrew Scott riesce a essere viscido quanto necessario, Christoph Waltz finisce per essere intrappolato nel suo solito ruolo di freddo psicopatico. Per quanto il personaggio da lui interpretato sia un cattivo molto classico nei film di Bond (con tanto di discorso sulla conquista del mondo in un bunker segreto) non riesce a convincere appieno e non raggiunge neanche lontanamente la presenza scenica e l'aura di sottile minaccia che Bardem era riuscito a imprimere al suo Silva in Skyfall.
Proprio a causa di questo, la seconda parte del film cala un po' nel ritmo e risulta a volte macchinosa, pur regalando momenti nostalgici e vere chicche per gli appassionati delle autocitazioni.
Pur con qualche difetto e senza riuscire del quasi impossibile compito di eguagliare il suo predecessore, SPECTRE riesce a intrattenere più che degnamente e risulta essere un ottimo film. Se questo dovesse essere l'ultimo film dell'era Craig, come molto probabilmente avverrà, allora si può dire che è stata una degna conclusione di un ciclo che ha riportato 007 agli antichi splendori.

0 commenti:

Posta un commento