sabato 5 settembre 2015

Venezia 72 - giorno 4

Sabato molto pieno al Festival di Venezia, presentati in Concorso tre titoli importanti: The Danish Girl, L'Attesa (primo film italiano), e Equals.

Accolto da grandi applausi e buone critiche (e anche qualche lacrima), The Danish Girl, di Tom Hooper, conquista il festival.

Il film racconta la storia dell'artista austriaco Einar Wegener, alias Lili Elbe, la prima persona ad aver subito l'intervento chirurgico - del tutto sperimentale e molto pericoloso negli anni '30 - per la "riassegnazione sessuale".

Protagonista del film uno straordinario Eddie Redmayne, vincitore del premio Oscar 2015 per La Teoria del Tutto e che con questo film probabilmente si guadagnerà un'altra nomination. Nel cast anche una bravissima Alicia Vikander (anche lei in odore di nomination all'Oscar), Amber HeardMatthias Schoenaerts.

"Questo film parla dell'accettazione resa possibile dall'amore", ha spiegato il regista Tom Hooper, "viviamo in un mondo diviso. Il film è un appello a prendere in considerazione uomini e donne trans che soffrono. L'insegnamento straordinario che ci viene da Gerda è la condivisione, il loro è un amore sincero che parte dall'accettazione dell'altro. [...] Fin dall'inizio, dalle prime conversazioni abbiamo parlato di una donna che si rivelava, come scoprire questa femminilità latente ci ha guidato attraverso questo percorso profondo, non identificarsi con il genere con cui si appartiene. Non ci sono vie per la libertà, Lili ha combattuto". Nei mesi scorsi è stata fatta qualche polemica sulla mancata scelta di una vera trans per il ruolo. "L'accesso agli attori transgender a ruoli importanti è troppo limitato, e io sono il primo a volere che tutto questo cambi", ha spiegato il regista, "Con questo film abbiamo coinvolto le comunità trans di Copenhagen, Bruxelles, Londra e ci sono diverse partecipazioni come, ad esempio quella dell'attrice trans Rebecca Hoot". La Hoot nel film interpreta il piccolo piccolo ma significativo ruolo dell'infermiera che accompagna Lili durante la sua "trasformazione".

Eddie Redmayne non ci ha pensato due volte prima di accettare il ruolo. "Forse la migliore sceneggiatura che io abbia mai letto", ha detto l'attore, "sono rimasto colpito da questa storia d'amore appassionata e coraggiosa, con Tom abbiamo parlato per anni del progetto, l'idea del trasformarsi non è molto semplice da mettere in pratica. Poter recitare la parte di Lili è stato un sogno che si è realizzato". L'attore ha poi raccontato di essersi documentato molto per prepararsi al personaggio: "Ho incontrato tante persone nella comunità transgender, la loro gentilezza, il loro sostegno, la loro disponibilità ad aiutarmi nell'affrontare questo percorso è stata straordinaria. In quel momento storico non esistevano esperienze precedenti ed è importante capire come il loro percorso si sia evoluto". Essenziale nella vita di Lili è stato l'appoggio della moglie Gerda, interpretata dall'attrice svedese Alicia Vikander. "Sono stata attratta da questa storia d’amore, è una storia unica, come amare e amare se stessi", ha detto l'attrice durante la conferenza stampa, "per l’epoca Gerda era una donna all'avanguardia, un’artista, vedeva e prevedeva e io stessa sono rimasta colpita da questi due ruoli del film. In Gerda ho trovato una donna che è in grado di amare qualcun’altra più di se stessa. Anche io lo vorrei".

Aspettando gli Oscar, chissà se il film verrà preso in considerazione per qualche premio al Festival. The Danish Girl sarà nelle sale italiane a febbraio 2016.

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Presentato, sempre in Concorso, il film Equals di Drake Doremus, che vede come protagonisti Nicholas Hoult e l'attesissima Kristen Stewart, arrivata al Lido per la gioia dei fan.

Storia d'amore fantascientifica, il film è ambientato in un futuro distopico, in una società chiamata "Collective" dove vivono gli "Equals", esseri umani incapaci di provare sentimenti a causa di un esperimento genetico che ha trattato le emozioni come una malattia al fine di creare una società stabile e non violenta. L'equilibrio si rompe quando Mia e Siles s'incontrano.
Il film è liberamente ispirato alla pellicola '1984', basato a sua volta sul celebre romanzo di George Orwell, e vede nel cast anche Guy Pearce e Jackie Weaver.

"Con questa storia volevo mostrare come si vivrebbe nel quotidiano in una società che ha bandito tutti i sentimenti", ha spiegato il regista Drake Doremus, "Il futuro in questo film non è un mondo iper-tecnologico ma una società post-futuristica. In questa utopica realtà, i sentimenti sono banditi. I due protagonisti contravvengono alle regole imposte e vivono una storia d’amore. Questa è l’idea di base, non è una distopia ma una utopia, una società che assicura l’ordine e la pace privando i propri cittadini delle emozioni e dei sentimenti". "Ci sono varie progressioni", ha detto il regista parlando dello stile usato nel film, "è molto istintivo ed anche voyeristico, e l’attore pian piano comincia ad accendersi. Il mondo vive e si accende con nuovi colori che prima non venivano mostrati, via via che i protagonisti scoprono di amarsi ed anche il pubblico pian piano deve accendere il cuore. Girare in Giappone dove regna un grande ordine ed una grande armonia ci ha sicuramente aiutato a realizzare il film".

Un progetto molto stimolante per Kristen Stewart, che ha dichiarato di essersi buttata anima e corpo nel personaggio. "E’ stato difficile recitare come se stessi morendo, senza emozioni da far trasparire, esprimere il nulla, questa era la difficoltà", ha spiegato l'attrice, "era un processo molto difficile, non si deve pensare ma si deve recitare. [...] In 'Equals' parlo sempre come parte del collettivo, non ci sono dubbi, solo certezze. Tutti i cittadini sono esattamente uguali nel vestire, nei pensieri e nei comportamenti". "La domanda che ci poniamo in questo film è: possiamo esistere senza passione, l’umanità può sopravvivere senza amore?", ha continuato l'attrice, "Senza le nostre passioni ed i nostri sentimenti diventiamo come grigi fantasmi che vagano svuotati di ogni senso. Le passioni fanno girare il mondo. Senza esisterebbe ancora il mondo come lo conosciamo?". "I personaggi agiscono contro tutte le regole della società al solo scopo di portare avanti il loro amore e scoprire i loro sentimenti, farli vivere", ha detto poi Nicholas Hoult continuando il pensiero della sua partner nel film, "La fantascienza, secondo me, non è la parte prevalente della storia raccontata in questo film, sono i sentimenti l’aspetto principale".

Il film non ha ricevuto critiche particolarmente esaltanti, ma i commenti hanno sottolineato la continua crescita di Kristen Stewart come attrice. I tempi "piatti" di Twilight sembrano ormai lontani.

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Il cinema italiano fa il suo debutto nel Concorso con il film L'Attesa di Piero Messina, con l'attrice francese Juliette Binoche protagonista.

Ambientato in Sicilia durante il periodo pasquale, il film racconta l'attesa di una ragazza (Lou de Laage) che aspetta il ritorno del fidanzato insieme alla madre di lui (Binoche). Una madre che non ha il coraggio di dire alla ragazza che il suo fidanzato, suo figlio, non tornerà più.

"Con questo film ho scoperto la Sicilia", ha dichiarato Juliette Binoche, che in Italia ha già girato qualche film, "Quella che vedrete nel film è la stessa che ho vissuto io, anche se non potrete vedere il caldo che ho patito! Amo la vostra lingua, il calore delle persone, delle stagioni, del cibo, dei prodotti della terra".
Il suo personaggio nel film, una madre che ha perso un figlio, ha dei punti in comune con uno dei suoi ruoli più famosi, quello in Film Blu di Kieslowski, con cui l'attrice ha vinto la Coppa Volpi, motivo per cui aveva quasi rifiutato la parte. "All’inizio non ero sicura, non volevo fare un film sullo stesso tema, che magari sarebbe risultato meno riuscito", ha detto la Binoche durante la conferenza stampa, "Ma è stata la sceneggiatura a convincermi. In effetti, qui il tema è quello di una persona che ricrea un mondo per poter pronunciare l’impronunciabile. Inizialmente mi ero preparata con un coach, ma non ero soddisfatta. Ho lasciato perdere, ho preferito affidarmi all’immaginazione più che alla memoria, il cosiddetto ‘magical thinking’. L’attore parte sempre da una sensazione corporea, su quella costruisce il pensiero".

Accoglienza "morbida" per il film ha diviso la critica, soprattutto quella italiana.

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