giovedì 3 settembre 2015

Venezia 72 - giorno 2

Dopo l'apertura, il Festival di Venezia entra subito nel vivo con due film importanti che trattano temi molto difficili: Spotlight di Thomas McCarthy (Fuori Concorso), e Beasts of No Nation di Cary Fukunaga (Concorso)

Grandi applausi per il film Spotlight, che affronta lo spinoso tema della pedofilia nella Chiesa.

Il film è tratto da un'indagine fatta dal Boston Globe nel 2001 e 2002 per portare alla luce gli abusi sessuali su minori compiuti dai preti della chiesa di Boston, che per anni sono stati coperti dal cardinale Law (oggi canonico di Santa Maria Maggiore a Roma), scandali insabbiati grazie ad avvocati e a risarcimenti economici per comprare il silenzio delle famiglie vittime. Un lavoro giornalistico investigativo vastissimo e incredibilmente preciso diviso in circa seicento articoli.

Il film vede nel cast - che le prime recensioni descrivono come "in stato di grazia" - Mark Ruffalo, Stanley Tucci, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber e John Slattery.

"La pedofilia dei preti è un crimine diabolico perpetrato su vittime innocenti proprio da chi dovrebbe difenderle", non usa giri di parole il regista Thomas McCarthy, "Sono stati i due produttori a propormi questa storia, ho lavorato alla sceneggiatura con Josh Singer facendo molte ricerche e parlando con tanti sopravvissuti agli abusi dei preti. Tutti ci dicevano di un doppio tradimento, oltre all'abuso fisico c'era stato un abuso spirituale perché i colpevoli erano preti e rappresentavano la religione di cui loro si fidavano. Si sono sentiti abbandonati, hanno messo in discussione la loro fede, si sono sentiti in colpa, molti di loro si sono rifugiati nelle droghe e nell'alcol, qualcuno si è suicidato". "Spero che il Papa e i cardinali vedano questo film ma nonostante abbia grandi speranze in Papa Francesco rimango pessimista", ha continuato il regista, "Vengo da una famiglia cattolica, sono andato a scuola a Boston, ho amici che sono stati vittime di abusi, sono legato a questa storia in modo molto personale. Ho molto rispetto e ammirazione per quel che fanno certi sacerdoti, questo film non è un attacco alla Chiesa cattolica ma è una storia che andava raccontata. Soltanto il tempo ci darà se quello che è stato fatto è sufficiente".
Nel Papa confidano anche Mark Ruffalo e Stanley Tucci. "Spero che il Papa e il Vaticano utilizzino questo film, questa storia sobria e semplice, come opportunità per cominciare a curare le ferite che la Chiesa ha provocato", ha detto Ruffalo in conferenza stampa, "Non mi riferisco ai compensi monetari ma a tutte le persone che credono nella Chiesa e la cui fede è stata offesa, intaccata e colpita da queste vicende. Quello che è successo ai bambini è terribile, ma il fatto che ciò abbia diminuito la credibilità della Chiesa come istituzione è altrettanto terribile. Bisogna recuperare e curare questi bambini feriti che ora sono adulti, ma è necessario anche rassicurare le coscienze di chi crede e continua ad avere fiducia nella Chiesa". Leggermente più ottimista Stanley Tucci: "Se qualcuno riuscirà a fermare gli abusi sarà lui, Papa Francesco. È straordinario e ha fatto per questo problema quello che nessun altro ha fatto in tutti i secoli precedenti".

Tra i film che hanno ispirato Spotlight, ovviamente, c'è anche Tutti gli Uomini del Presidente, ma non solo. "'Tutti gli Uomini del Presidente' è un film importantissimo ma sono anche altri i film sul giornalismo investigativo che abbiamo avuto come fonte di ispirazione", ha spiegato McCarthy, "specialmente quelli di Sidney Lumet con la loro grande onestà, però abbiamo anche cercato di trovare la nostra strada autonoma".

Negli USA il film uscirà il 6 novembre.

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Ad aprire il Concorso ci pensa Beasts of No Nation, di Cary Fukunaga, film che racconta il dramma dei bambini soldato in Africa, con un Idris Elba in odore di nomination all'Oscar.

Il film è tratto da un libro di Uzodinma Iweala, che Fukunaga ha letto anni fa. "Sono laureato in scienze politiche e storia, e la geopolitica l'ho studiata con molta attenzione. Sono molto consapevole delle problematiche dell'Africa", ha spiegato Fukunaga, "Nel 2005 un mio amico mi ha regalato il libro di Uzodinma Iweala e in seguito ho fatto ricerche sul tema. Il libro non crea un contesto preciso così, quando ho decido di adattarlo, ho usato le mie ricerche sulla Liberia contestualizzando la vicenda in Ghana".
Un tema drammatico e violento quello dei bambini soldato ma il film non punta a scioccare con scene di violenza gratuita, anche se comunque presenta momenti molto duri da guardare, come la scena di iniziazione dei bambini. "Abbiamo lavorato con ragazzi della Liberia che hanno realmente partecipato alle guerre. Eravamo preoccupati perché temevamo che fargli rivivere la situazione di violenza provata durante l'infanzia avrebbe scatenato effetti traumatici", ha raccontato il regista, "Ma in realtà, quando si gira, il lavoro è frammentato. Sul set non si hanno le stesse emozioni che lo spettatore ha vedendo il film. Ci sono altre pellicole che affrontano la violenza ricostruendola, penso al documentario The Act of Killing, e capisco che qualcuno, vedendo il film, abbia pensato a qualche legame con le pratiche dell'Isis, ma quando abbiamo iniziato a girare, l'Isis era appena apparso sui giornali. La verità è ci sono analogie tra tutti i movimenti che puntano a indottrinare i ragazzini. I riti di iniziazione visti nel film sono antichi, li utilizzano le tribù locali. Una cosa che ho cercato di fare è stato evitare di approfondire la tematica religiosa, questo perché credo che la religione sia un tema ormai abusato".
Il regista ha poi spiegato i cambiamenti fatti sul personaggio di Idris Elba (assente a Venezia): "Nel romanzo il personaggio del Comandante è un po' strano, è una figura incerta. Nel film avevo bisogno di dargli dei contorni netti e un finale, così per delinearlo mi sono ispirato a un ribelle, l'ultimo sopravvissuto di una gang di Haiti che avevo incontrato. Volevo che il mio Comandante fosse uno strumento perfetto da usare per seminare il terrore tra la popolazione, per questo ho anche cambiato la sorte del Comandante rispetto al libro".

Il film è parzialmente prodotto da Netflix, Cary Fukunaga, che ha già collaborato con la HBO per True Detective, si è soffermato a parlare delle nuove piattaforme e dei problemi della distribuzione cinematografica oggi. "Credo che sia difficile guardare con attenzione un film facendo altre cose e interrompendo la visione", ha detto il regista, "Ogni regista auspica un pubblico attento. Ma la distribuzione è già cambiata. Le sale cinematografiche sono in crisi. I film restano poco in sala e far andare il pubblico al cinema è difficile".

Nelle sale americane dal 16 ottobre.

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