giovedì 24 settembre 2015

Città di Carta - la recensione

Quentin Jacobsen, “Q” per gli amici”, è innamorato di Margo fin da bambino. Quando una notte la ragazza entra in camera sua per chiedergli in prestito la sua macchina, Q crede che le cose finalmente cambieranno con lei, ma il giorno dopo Margo è scomparsa, scappata di casa.
Inizia così una ricerca on the road per Quentin e i suoi amici, alla ricerca di Margo e del significato più profondo dell'amicizia e del crescere.


Città di Carta è tratto dall'omonimo romanzo di John Greene, già autore del fortunato Colpa delle Stelle, ma se nel precedente romanzo e film si scavava nella vita e nella morte, il tono di questa storia rimane leggero e spensierato fino alla fine. Ci si diverte molto durante il film, soprattutto grazie a un cast azzeccatissimo, capace di far rivivere appieno i personaggi immaginati dall'autore e in cui è facile identificarsi: chi non ha mai avuto un amico un po' buffone come Ben? O come Radar? Chi non si è mai sentito incompreso, come Lacey? Non siamo forse tutti un po' come Quentin?
La grande forza di Città di Carta sta tutta qui, non nel raccontare la storia dell'amore tra Q e Margo, né nella ricerca spasmodica di una ragazza scappata di casa, ma semplicemente nel raccontare di un viaggio tra amici, di come si impara a conoscersi e a come è difficile uscire dall'adolescenza per entrare finalmente nell'età adulta, pur rimanendo in fondo ciò che si è sempre stati.
Su tutto aleggia il mistero che la figura di Margo incarna, ma anche in questo caso c'è qualcosa di più da scoprire, qualcosa di diverso e inaspettato, perché forse Margo non è come tutti pensavano che fosse e in fondo chi di noi è realmente ciò che gli altri vedono?
Una storia d'amore e di amicizia sulle strade di un'America spensierata, un racconto di formazione alla riscoperta di se stessi, un film che sicuramente non deluderà chi ha amato il romanzo, ma nemmeno chi non lo ha mai fatto.

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