venerdì 4 settembre 2015

Ant Man - la recensione

Scott Lang di definisce un "topo d'appartamento" più che un rapinatore. Uscito di prigione e desideroso di rientrare nella vita della sua figlioletta, viene contattato dal dottor Hank Pym, geniale scenziato che cinquant'anni prima aveva inventato una tuta capace di rimpicciolire le persone. Questo l'incipit che porterà il ladro Scott a diventare uno dei simboli degli Avengers cartacei e nuova entrata per quanto riguarda l'Universo Cinematograficco Marvel.



Per quanto un supereroe minuscolo in grado di comandare eserciti di formiche possa avere il suo fascino tra le pagine dei fumetti, non era facile trasporre Ant Man su grande schermo.
Il regista Peyton Reed non aveva molta esperienza in merito a grandi blockbuster, venendo per lo più dal mondo della commedia (anche ottima, come nel caso di Down with Love - Abbasso l'amore), eppure si rivela una scelta azzeccata, donando al film quella giusta dose di humor che è diventato marchio distintivo dei film Marvel e che aiuta a metabolizzare il fatto di star vedendo sostanzialmente un supereroe non proprio convenzionale.
Ottima scelta il protagonista Paul Rudd, a suo agio nella parte, ma soprattutto la presenza di Michael Douglas, stupendo Hank Pym, primo indimenticabile Ant Man e mentore di Scott.
Era un po' di tempo che la Marvel non ci regalava una storia di origini, ma arrivata alla fase 3 ecco che cala un'altra carta vincente con un film che è semplice, divertente, ricco d'azione, ottimo anche per se stesso, ma contemporaneamente continua l'immersione totale in un universo immenso a 360 gradi.
Non resta che fare i complimenti al film e al progetto tutto che sembra diventato inarrestabile, non solo sul piano della quantità ma anche della qualità.

0 commenti:

Posta un commento