martedì 11 novembre 2014

Interstellar - la recensione

Il nostro mondo come noi lo conosciamo sta per esalare il suo ultimo respiro. L'umanità è davvero destinata ad estinguersi sulla terra?

Lasciatasi alle spalle la trilogia del Cavaliere Oscuro, l'algido Christopher Nolan immagina un futuro (o un presente alternativo) in cui il "nostro" corpo celeste inizia inevitabilmente a decadere dando così all'umanità un evidente ultimatum.
"L'umanità è nata sulla terra. Ma il suo viaggio potrebbe non finire qui" recita la locandina del film e non solo. Questo il vero incipit del lungometraggio, che in tre ore di durata riesce ad accompagnare lo spettatore in un viaggio spazio-temporale molto coinvolgente, sia dal punto di vista emotivo che da quello visivo.

Cosa trascende le leggi dello spazio/tempo? L'amore, un elemento che potremmo definire il fil rouge di tutta questa "odissea" spazio-temporale. L'amore di un padre per una figlia e viceversa. L'amore per la vita (e/o istinto di sopravvivenza). Ma anche l'amore della scoperta e dell'inesplorato. Quell'amore che supera e trascende anche il mistero generato da un wormhole. Non risulta quindi difficile attribuire al film una grande matrice emotiva di base, veicolata dalle splendide interpretazioni dell'intero cast, nessuno escluso.

Ma cosa rende Interstellar un film unico nel suo genere? Nulla in realtà, o meglio, nulla in particolare. I parallelismi con altre pellicole come Gravity e 2001: Odissea nello Spazio (e Contact di Robert Zemeckis?!) sono inevitabili e ai limiti dell'inutile. Certo, questo viaggio interstellare ha molti punti in comune con le pellicole sopracitate ma non ridondanti come si potrebbe pensare.
Nolan cita con grande eleganza se stesso (quasi inevitabile quando gli sceneggiatori dei suoi film sono sempre gli stessi, Nolan e fratello appunto) e riversa gli elementi che lo contraddistinguono in questa nuova pellicola. Il cinema è fatto anche di questo: omaggiare e citare opere e temi già trattati da altri maestri. In questo il regista inglese è riuscito a pieno nel suo intento senza per forza palesare un copia/incolla da altri lavori.

Interstellar è e rimane un film unico nel suo genere. Non è un film da tutti ma è un film per tutti. Anche il più passivo degli spettatori potrebbe apprezzare con gioia la spettacolarità delle immagini, enfatizzate da una colonna sonora potente e a tratti clericale composta da un uomo sempre sul pezzo, Hans Zimmer. Certo, se lo spettatore riesce ad essere attivo (nei ragionamenti interni e quant'altro), il gioco si fa nettamente più interessante.

Un film senza tempo basata sul tempo. Teorie scientifiche applicate alla creatività e al libero arbitrio di un regista. Ottimo lavoro.

0 commenti:

Posta un commento