lunedì 1 settembre 2014

Venezia 71 - giorno 6

Il terzo film italiano in Concorso è un film molto atteso, 'Il Giovane Favoloso' di Mario Martone, che racconta la straordinaria figura del poeta Giacomo Leopardi.

Accolta abbastanza bene, il film racconta la vita del poeta di Recanti sostanzialmente in tre fasi importanti: l'infanzia, un bambino che cresce sotto l'attento sguardo del padre in una casa-biblioteca; il giovane ribelle, che a 24 anni Leopardi lascia la sua cittadina per andare a Firenze dove però non si adatta alle regole dell'alta borghesia che prima lo esalta e poi in poco tempo lo emargina fra le critiche; l'arrivo a Napoli, fra vino, taverne e prostitute, fino a che non scoppia il colera e Leopardi, trascinato a Torre Annunziata dall'amico Ranieri, scrive "La Ginestra", con cui si chiude il film. La vita, il pensiero, la complicata esistenza, la malattia di uno dei personaggi più importanti della cultura e della storia italiana.

Protagonista del film, nei panni - difficili - di Giacomo Leopardi, l'attore Elio Germano, che si è preparato a fondo per il ruolo. "Non mi ero mai preparato così a lungo per un personaggio. Quasi mi è dispiaciuto abbandonare la lunga fase di studio matto e disperatissimo per iniziare le riprese", ha raccontato l'attore in conferenza stampa, che sul personaggio ha lavorato molto anche dal punto di vista fisico, con una postura ricurva, ingobbita, elementi essenziali per entrare in totale connessione col personaggio, che lui ormai chiama per nome, "quasi fosse uno di famiglia", ha scherzato Germano. "Sapevo che sarebbe stata un’esperienza violenta, per il pubblico e per me, dare carne, fisicità e voce a un artista tanto affascinante proprio perché indefinito", ha spiegato l'attore, "Ho pensato che l’unico modo possibile per farlo fosse quello di farsi tramite, senza la presunzione di poter esaurire il personaggio, ma provando semplicemente a veicolarlo, così come lui usava la poesia per trasmettere la sua visione e sensazione del mondo. La poesia, a volte, è l’unico modo per dire una cosa". Il pensiero di Leopardi è un pensiero universale e senza tempo per Elio Germano. "Non c’è un periodo storico in cui il pensiero di Leopardi non funzioni", ha detto l'attore, "È chiaro, però, che le stesse parole rilette in epoche diverse ci fanno specchiare in maniera altrettanto diversa. Il neo-scetticismo ragionato è tale per cui l’essere umano per qualsiasi progresso possibile non potrà mai liberarsene. Giacomo ci ha fregato così!".
Il regista Mario Martone ha definito il suo Leopardi come un "Kurt Cobain dell'epoca". "Un ribelle, un uomo nato alla fine del Settecento quasi per caso poiché il suo pensiero era un pensiero mobile, che non apparteneva al suo tempo: ha una natura antica che però sa guardare molto in avanti. Tutto questo a partire dalla spinta che provava nello scrivere sentendo la propria anima", ha raccontato il regista, "Tutto quello che scrive Leopardi è autobiografico. È un poeta che parla a chiunque senta l'urgenza di rompere le gabbie che dall'adolescenza in avanti tutti noi percepiamo intorno: la famiglia, la scuola, la politica, la società, la cultura. Le mediazioni, le ipocrisie con cui siamo costretti a fare i conti lui non le tollerava e finiva per rompere queste gabbie una ad una rendendosi la vita, inevitabilmente molto scomoda. Leopardi parla a chiunque sia giovane, non solo anagraficamente, proprio per la spinta verso la libertà che lo caratterizzava". Solo parole d'elogio infine per Elio Germano: "Elio è un attore magnifico e l'ho voluto per molte ragioni. Era l'attore ideale per incarnare la figura di un ribelle, come io volevo che apparisse Leopardi. E poi quello che ho scoperto lavorando insieme è la sua capacità di studio e approfondimenti in un attore giovane come lui".

Sono sbarcati oggi al festival anche l'attrice premio Oscar Frances McDormandRichard Jenkins, protagonisti della mini serie di 4 puntate per la HBO, 'Olive Kitteridge', che in Italia verrà mandata da Sky Cinema nel 2015.

La serie, diretta dalla regista Lisa Cholodenko, è tratta dal'omonimo romanzo di Elizabeth Strout (premio Pulitzer 2009). Frances McDormand è anche produttrice del progetto, e a chi le ha chiesto se avesse voglia di passare dietro la macchina da presa ha risposto serafica: "No, ne basta uno in famiglia di regista [l'attrice è sposata con Joel Coen] Oltretutto bravissimo e marito eccellente. Io non sono brava a dirigere, l’ho capito osservando i registi, quelli in gamba. Non sarò una cineasta, ma sono un’ottima produttrice. Poi, ho trovato le scuole migliori in giro per il mondo a cui iscrivere i miei figli e, sì, mi piace stirare. Montagne di vestiti". L'attrice è stata premiata con il premio Persol 2014, ‘Tribute to visionary talent’, per “l’originalità e la grandezza del talento". Un giusto omaggio a un'attrice incredibile.

Fuori Concorso invece, proiezione speciale per il film scandalo di Lars Von Trier, 'Nymphomaniac', proiettata la prima parte in versione "Director's Cut" e la seconda parte in "Long Version". Ad accompagnare il film c'erano Charlotte Gainbourg (che però non ha partecipato alla conferenza stampa) e Stellan Skarsgard. Assente fisicamente, il regista si è comunque "manifestato" in conferenza stampa attraverso tre brevi telefonate sul telefono di Skargard.

"E' vero, quando c'è masochismo ci sono io", ha esordito Von Trier alla prima telefonata, poi altre due brevissime risposte. Alla domanda se, grazie al suo film, avesse imparato qualcosa in più sulla sessualità delle donne, il regista ha risposto: "So già tutto sulle donne. Non ho imparato niente sulla loro sessualità". Sul suo rapporto con Stellan Skarsgard: "Ho sempre tentato, in tutti i ruoli che ha interpretato per me, di farlo a pezzi". Affermazione confermata dall'attore che ha raccontato la telefonata del regista per proporgli il ruolo in 'Nymphomaniac'. "Faccio un film erotico, ma non potrai scopare mai. Farò vedere il tuo sesso, ma sarà moscio. Chi può resistere a questo tipo di invito?" ha detto Skarsgard, "Faccio qualsiasi cosa mi chieda Lars, il fatto è che mi diverto a lavorare con lui". L'attore ha poi difeso il film e l'amico Von Trier: "Non siamo rimasti sorpresi di quello che è successo al film. Quello che invece mi rattrista è che si dica che Von Trier è un misogino, uno che non ama le donne, cosa non vera. Si dice che sia un regista difficile, ma non è vero. Sul set chiunque può dire la sua opinione su una scena, lui sta a sentire tutti. Sul set ci si sente amici".
Alla fine della conferenza la produttrice del film ha rivelato il prossimo progetto di Lars Von Trier: una serie tv inglese. Nessun altro dettaglio, "Sarà qualcosa di incredibile", ha detto la produttrice, "qualcosa che non avete mai visto prima in televisione". Vedremo cosa s'inventerà stavolta il regista.

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