venerdì 30 maggio 2014

Nastri d'Argento 2014 - ecco i candidati

Sono state rese note ieri, presso il Museo MAXXI, le candidature ai Nastri d'Argento 2014.

E' 'Il Capitale Umano' di Paolo Virzì, a prendere il maggior numero di nomination, ben 8. Tante candidature anche per il sorprendente 'Smetto Quando Voglio' di Sidney Sibilia, buon riscontro per 'Song'e Napule' dei Manetti Bros.

Candidature anche per i film passati all'ultimo Festival di Cannes: 'Le Meraviglie' di Alice Rohrwacher, 'Incompresa' di Asia Argento e 'Più Buio di Mezzanotte' di Sebastiano Riso.

Ecco una parte delle candidature, potete leggerle tutte a questo link. I premi verranno consegnati il 28 giugno al Teatro Antico di Taormina.

Regista del miglior film
Daniele Luchetti (Anni felici)
Ferzan Ozpetek (Allacciate le cinture)
Alice Rohrwacher (Le meraviglie)
Paolo Virzì (Il capitale umano)
Edoardo Winspeare (In grazia di Dio)

Miglior regista esordiente
Emma Dante (Via Castellana Bandiera)
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (Salvo)
Fabio Mollo (Il sud è niente)
Pif – Pierfrancesco Diliberto (La mafia uccide solo d'estate)
Sebastiano Riso (Più buio di Mezzanotte)
Sydney Sibilia (Smetto quando voglio)

Commedia
La mossa del pinguino (Claudio Amendola)
Smetto quando voglio (Sydney Sibilia)
Song'e Napule (Manetti Bros.)
Sotto una buona stella (Carlo Verdone)
Tutta colpa di Freud (Paolo Genovese)

Produttore
Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen (Indiana Production) con Motorino Amaranto (e Rai Cinema) - Il capitale umano
Mario Gianani e Lorenzo Mieli (Wildside) con Rai Cinema - La mafia uccide solo d’estate e Incompresa
Carlo Cresto-Dina (Tempesta) con Rai Cinema - Le meraviglie
Massimo Cristaldi, Fabrizio Mosca - Salvo
Domenico Procacci, Matteo Rovere (con Rai Cinema) - Smetto quando voglio

Soggetto
Antonio Morabito (Il venditore di medicine)
Edoardo Winspeare, Alessandro Valenti (In grazia di Dio)
Michele Astori, Pierfrancesco Diliberto, Marco Martani (La mafia uccide solo d’estate)
Alessandro Rossetto, Caterina Serra (Piccola patria)
Daniela Gambaro, Matteo Oleotto, Pier Paolo Piaciarelli (Zoran, il mio nipote scemo)

Sceneggiatura
Daniele Luchetti, Sandro Petraglia, Stefano Rulli e Caterina Venturini (Anni felici)
Nicola Lusuardi, Marco Simon Puccioni, Heidrun Schleef (Come il vento)
Paolo Virzì, Francesco Bruni, Francesco Piccolo (Il capitale umano)
Asia Argento, Barbara Alberti (Incompresa)
Alice Rohrwacher (Le meraviglie)

Attore Protagonista
Fabrizio Bentivoglio, Fabrizio Gifuni (Il capitale umano)
Elio Germano (L’ultima ruota del carro)
Edoardo Leo (La mossa del pinguino, Smetto quando voglio, Ti ricordi di me?)
Giampaolo Morelli, Alessandro Roja (Song’e Napule)
Kim Rossi Stuart (Anni felici)

Attrice protagonista
Valeria Bruni Tedeschi (Il capitale umano)
Celeste Casciaro (In grazia di Dio)
Paola Cortellesi (Sotto una buona stella)
Valeria Golino (Come il vento)
Kasia Smutniak (Allacciate le cinture)

Attore non protagonista
Carlo Buccirosso (Song’e Napule)
Paolo Sassanelli (Song’e Napule)
Alessandro Haber (L’ultima ruota del carro)
Ricky Memphis (La mossa del pinguino)
Giorgio Pasotti (Sapore di te, Nottetempo, Un matrimonio da favola)
Filippo Timi (Un castello in Italia)

Attrice non protagonista
Cristiana Capotondi (La mafia uccide solo d’estate)
Claudia Gerini (Maldamore, Tutta colpa di Freud)
Giuliana Lojodice (Una piccola impresa meridionale)
Claudia Potenza (Una piccola impresa meridionale)
Paola Minaccioni (Allacciate le cinture)
Micaela Ramazzotti (Più buio di mezzanotte)

'Miss Julie' - poster e immagini dal film con Jessica Chastain e Colin Farrell

'Miss Julie' ('La Signorina Julie'), dramma teatrale di August Strindberg, torna al cinema diretto dall'attrice Liv Ullmann.
La storia segue le vicende di Julie, figlia di un conte, che decide di esplorare il mondo della servitù, molto lontano dal suo stile di vita. Si reca ad una festa e cerca di sedurre un giovane cameriere Jean, che le dichiara il suo amore. I due tentano di fuggire ma vengono scoperti dalla cuoca. Da quel momento la reputazione di Julie sarà compromessa in modo irreparabile. Protagonista del film è Jessica Chastain, accanto a lei Colin Farrell (il cameriere Jean) e Samantha Morton (la cuoca).

Un classico in costume che potrebbe regalare belle sorprese, soprattutto per le interpretazioni dei protagonisti. In attesa del trailer, ecco il primo poster e tante foto dal film.





















giovedì 29 maggio 2014

'Sin City: Una Donna per cui Uccidere' - il poster di Eva Green censurato dalla MPAA

Nei giorni scorsi sono stati rilasciati dei nuovi charachter poster di 'Sin City: Una Donna per cui Uccidere', sequel di 'Sin City', ma ai più attenti non è sfuggito il fatto che mancava quello della protagonista, Eva Green.

Ecco il motivo, il suo poster è stato considerato troppo "sexy" dalla MPAA a causa della nudità. Ovviamente la Weinstein Company. si aspettava questa censura e il rilascio di questo poster è un modo furbo per suscitare il chiacchiericcio intorno al film. Sicuramente uscirà una versione nuova del poster, una versione più "abbottonata". Intanto però possiamo vedere l'originale... molto bello e molto molto sexy.


domenica 25 maggio 2014

X-Men: Giorni di un Futuro Passato - la recensione

Era sicuramente uno dei film più attesi dell'anno, 'X-Men: Giorni di un Futuro Passato', quinto film della saga degli X-Men (senza contare i due spin-off) che vede il ritorno di Bryan Singer dietro la macchina da presa.

Subito la storia ci porta in un futuro distopico, buio, tetro e pieno di sofferenza, sia per gli uomini che per i mutanti. Gli ultimi superstiti degli X-Men cercano di resistere agli attacchi delle terribili Sentinelle, enormi robot creati con la capacità mimetica di adattarsi a qualsiasi potere e programmati per trovare il gene mutante e neutralizzarlo.
Il Professore X (è tornato, sì) e Magneto decidono per una soluzione estrema, l'ultima chance per sopravvivere: grazie al potere di Kitty Pryde, rispedire nel passato la coscienza di Wolverine - unico in grado di sopportare il viaggio grazie al suo potere di rigenerazione - in un "io più giovane" di Logan. La missione di Wolverine è di trovare il giovane Charles Xavier e Magneto per cercare di cambiare l'andamento degli eventi e impedire alla Trask Industries di costruire le letali Sentinelle. E per farlo dovranno trovare l'elemento chiave: Mystica.

Passato e futuro s'intrecciano in modo stretto nel film, ma anche la storia e il destino degli X-Men che s'intreccia alla Storia, guerra in Vietnam, l'uccisione di Kennedy, Nixon, e a fare da sfondo il tema portante di tutti i film della saga, la diversità, il razzismo, l'odio e la paura verso il diverso. La storia del film è complessa e molto intrecciata, più difficile da raccontare che da seguire sullo schermo, durante la visione infatti tutto va al suo posto senza difficoltà, nonostante i continui salti avanti e indietro nel tempo la storia scorre liscia e senza intoppi. Una messa in scena decisamente spettacolare, effetti speciali perfetti, ironia, citazioni e autocitazioni (per far felici i più nerd), e una profondità della storia che eleva il film un gradino più in alto rispetto ai soliti film della Marvel. Merito della riuscita del film è sicuramente di Bryan Singer. Bene ha fatto la produzione a riportalo nel mondo degli X-Men, il mondo che lui per primo aveva portato brillantemente sul grande schermo per i primi due episodi della saga e che inspiegabilmente era stato allontanato per il terzo film. Singer conosce gli X-Men, sa come portarli sullo schermo, sa come caratterizzarli, e così finalmente rivediamo gli X Men che conoscevamo, come ad esempio il miglior Wolverine degli ultimi anni, gestisce egregiamente le versioni giovani in contrapposizione con le versioni "vecchie" [ATTENZIONE, POSSIBILE SPOILER] riesce anche a riscrivere il destino di alcuni personaggi - per la gioia dei fan -, senza dimenticare che si tratta di un blockbuster, di un cinecomic e quindi inserisce ironia e grande spettacolo.

Nel film troviamo un grande cast visto il mix tra i "soliti" mutanti e rispettivi attori - il Professore (Patrick Stewart e James McAvoy), Magneto (Ian McKellen e Michael Fassbender), Wolverine (Hugh Jackman), Tempesta (Halle Berry), Kitty Pryde (Ellen Page), Mystica (Jennifer Lawrence) ecc - e nuovi mutanti, Alfiere (Omar Sy), Warpath (Booboo Stewart), Blink (Fan Bingbing), Quicksilver (Evan Peters). Da segnalare anche la presenza essenziale di Peter Dinklage nei panni di Bolivar Trask. I "vecchi" ormai padroneggiano i loro personaggi con grande facilità, come se fosse una seconda pelle, riuscendo a dargli spessore anche in poche scene, i nuovi riescono a calarsi molto bene nell'atmosfera del film. Fra i nuovi mutanti il più atteso era sicuramente Quicksilver, interpretato molto bene da Evan Peters, che in un primo momento aveva fatto storcere il naso ai fan a causa del look un po' adolescenziale dato al personaggio, invece la sezione che lo vede protagonista è forse la più riuscita di tutto il film, un perfetto mix di umorismo, azione e spettacolo davvero esaltante. Quicksilver è un personaggio più che riuscito e speriamo venga ripreso nel sequel.

'X-Men: Giorni di un Futuro' è un gran film, emozionante, divertente,visivamente spettacolare e intenso, perfettamente e sapientemente dosato nei suoi ingredienti, ambizioso ma non presuntuoso. Bryan Singer riesce a destreggiarsi bene con i salti temporali, riesce a superare bene e a volte con furbizia le difficoltà di adattamento con tutti i precedenti film della saga (il terzo qualche problema l'ha creato) e, cosa più importante, ci riconsegna i veri X-Men in un film in grado di divertire tutti e di entusiasmare i fan.

sabato 24 maggio 2014

Godzilla - la recensione




Grande cast, grandi effetti speciali, grande campagna pubblicitaria e grandi aspettative, per il mostro più grande che il Giappone ci abbia mai regalato.
Ma il problema principale di questo nuovo film di Godzilla è che Godzilla si vede pochissimo. Fino a che punto può essere apprezzabile l'intento di inserire una trama se questa risulta poco interessante? Non basta Bryan Cranston per portarci fuori da una noia imperdonabile e non basta l'inserimento di altri due mostri quando è evidente a tutti che non sono neanche lontanamente paragonabili, per dimensioni, potenza e fascino, a quello che tutti aspettano. Ed è infatti quando arriva lui, Godzilla, enorme e meraviglioso, che il film diventa tutta un'altra cosa, tutto un altro film, peccato che siano ormai gli ultimi quindici minuti a fronte di un'ora e mezza di sbadigli. Sono però quindici minuti di godimento puro ed il lavoro fatto a livello di effetti speciali, musiche e spettacolarità è grandioso.
Rimane un senso profondo di delusione per quello che avrebbe potuto essere e che non è stato, e per la divisione netta tra un family drama di cui ci interessa poco e il film più figo della storia del cinema.

venerdì 23 maggio 2014

Festival di Cannes 2014 - giorno 9

Ultimi colpi per il Concorso e l'arrivo a Cannes di Quentin Tarantino, nel nono giorno del festival.

E' il giorno di 'Cloud of Sils Maria' di Olivier Assayas, con Chloe Grace Moretz, Juliette Binoche e Kristen Stewart (assente al photocall ma sarà presente alla premiere). Film accolto abbastanza bene dalla stampa.

Maria Enders (J.Binoche) è un attrice divenuta famosa ad appena diciotto anni grazie a una pièce, Maloja Snake di Wilhelm Melchior (opera e autore inventati), in cui aveva il ruolo do una giovane ambiziosa che manipola una donna più matura fino a portarla al suicidio. Sono passati anni da quel successo e a Maria viene proposta la stessa pièce ma per il ruolo della donna matura, della vittima. Anche se riluttante accetta la parte, si isola in uno chalet in montagna e si fa aiutare nelle battute dalla sua assistente personale (K.Stewart), con cui ha un rapporto molto stretto e ambiguo. Rivivere la stessa storia passata ma dal punto di vista opposta la destabilizza e a peggiorre la situazione ci pensa la sua partner di scena, Jo-Anna Ellis (Chloe Grace Moretz), una giovane attrice in ascesa con il vizio per lo scandalo da rivista.

Impossibile non pensare al capolavoro 'Eva contro Eva', il film tratta più o meno gli stessi temi: la celebrità, la vanità, uno scontro generazionale fra attrici, l'accettazione del tempo che passa. Film girato tra le montagne Svizzere e l'Alto Adige, il paesaggio ha un ruolo molto importante nel film a causa di un particolare effetto atmosferico, una striscia di nuvole che s'insinua fra le montagne portando il cattivo tempo. "Da quando le due donne si trasferiscono nello chalet, quel paesaggio diventa un personaggio del film", ha detto Assayas, "È un mondo immutabile in cui si inseriscono due esseri umani che si interrogano sulla realtà del tempo. E' una storia universale, se lo avessi ambientato nei sobborghi di Parigi e girato in francese sarebbe stato limitante. Il paesaggio diventa un personaggio, nel corso del film. È un mondo che non cambia mai, in contrasto con i personaggi, che invece devono fare i conti con il passato". Molto stretto il rapporto tra Assayas e Juliette Binoche, scelta precisa del regista: "Ho scelto Juliette perché volevo un'attrice con due carriere, come Maria. Viene dalla Francia, ma è diventata una star globale". Subito la Binoche ha risposto: "Conosco Olivier da trent’anni e quando la macchina da presa non cerca di controllarti ma ti permette di dare il meglio di te è favoloso". Il regista ha girato il film ripetendo il meno possibile le scene. "Ho lavorato con un cast molto generoso. Dal momento che ti fidi dei tuoi attori, niente può fermarti. abbiamo trovato una via per lavorare senza provare. Avevo bisogno della prima impressione degli attori", ha spiegato Assayas. Scelta che è piaciuta molto a Juliette Binoche. "Abbiamo iniziato a girare senza fare prove", ha raccontato l'attrice, "Anche perché se pensi troppo prima, poi tutto diventa noioso". Se Kristen Stewart era assente in conferenza stampa, Chloe Grace Moretz c'era e ha raccontato la sua felicità di poter lavorare con la Binoche e Assayas. "Juliette Binoche è cosi magnetica in film come 'Il Paziente Inglese' e 'Chocolat', che da lei c’è solo da imparare", ha detto la Moretz, "Volevo lavorare con Assayas dopo aver visto 'Carlos', di cui mi ero innamorata. E sono stata fortunata a incontrare proprio questo film, profondamente francese. C’è qualcosa di particolarmente intimo nel cinema francese rispetto a quello americano: è nuovo, vivace e inafferrabile".

Altro evento della giornata, l'arrivo di Quentin Tarantino. Venti anni fa il regista vinse la Palma d'Oro con il cult 'Pulp Fiction', film che verrà riproiettato questa sera in 35 mm e non in digitale.

Ecco alcuni stralci della conferenza stampa (parolacce comprese).

Sulla pressione e le aspettative dei fan: "Non ho mai percepito la pressione in maniera negativa. Adoro le alte aspettative, cavolo le ho anche io come spettatore! Ad esempio, non vedevo l’ora che uscisse 'Scarface' di Brian De Palma! L’ho atteso e aspettato con impazienza, sono andato a vedere il primo spettacolo il primo giorno e guai a chi mi parlava! Per me è un onore sentire l’aspettativa dei fan, è questo che tiene in vita lo spirito di un regista, anzi, sarebbe un problema se fosse il contrario!".

Sui film che ha a casa: "Non so quanti film ho, non voglio mettere la mia ossessione al microscopio! Guardo sempre i film. Per me è come un percorso accademico, li guardo per studiarli, li guardo per un mia crescita personale e lo vivo come un percorso in cui il giorno della laurea sarà quando lascerò questo mondo".

Se rivedesse 'Pulp Fiction' oggi ma da giovane: "Io faccio i film per me e poi invito tutti e farne quelle che vogliono, quindi ti direi che io lo amerei! Se rivedo spesso i miei film? Certo! Delle volte dal cazzo d’inizio alla cazzo di fine! Dipende come mi gira, ma in linea di massima penso che sia una stronzata quella che dicono alcuni registi, che è doloroso rivedere i propri film, seriamente? Ma dico cosa li fai a fare i film se poi neanche tu riesci a guardarli. Se fosse doloroso per me rivedere i miei film non li farei proprio".

Jean-Luc Godard lo ha definito "brigante, un povero ragazzo": "Puoi dimostrarmi che lo ha detto veramente? Perché non credo sia così e penso che tu stia solo esagerando la cosa".

Il cambiamento dopo la Palma d'Oro di 'Pulp Fiction': "Vincendo la Palma d’oro rientri in quella categoria precisa di chi ha vinto Cannes e chi no, è un trofeo che ha un posto d’onore a casa mia".

Su Sergio Leone: "Sergio leone ha influenzato tutto il cinema con i suoi film, con il suo vocabolario, con le sue musiche. Se lo mostrate a una classe di studenti lo considereranno ancora un filmmaker moderno!".

Sulla scelta della musica nei sui film: "La scelgo personalmente perché per me il film è come un figlio, e affidereste mai la ricerca dell’anima di tuo figlio a qualcun altro? Ad esempio pago per le musiche di Ennio Morricone, non gliele rubo, le pago!".

Sul suo (presunto) prossimo film 'Hateful Eight': "Scriverne è divertentissimo, sono al secondo draft e voglio farne un terzo, poi, si vedrà…"

Su una riedizione di 'Pulp Fiction': "No, mi piace la versione originale, non amo le special edition in generale, e per questo adoro il fatto delle VHS ad esempio, avevi solo la versione originale. Il mio director cut è il mio primo cut, quello che va al cinema, non c’è altro da aggiungere. Farei qualcosa di diverso, ad esempio per 'Django Unchained' ho 90 minuti di materiali non visti. La mia idea è fare una versione di quattro ore, ma dividerla in quattro e mandarle sulla tv via cavo un’ora alla volta come una storia a capitoli".

Sul "riportare il cinema in vita": "Ormai questa generazione è senza speranza! Speriamo che la prossima sia più intelligente e capisca che cosa ha perso!".

giovedì 22 maggio 2014

Festival di Cannes 2014 - giorno 8

Ottavo giorno, il festival ha trovato la sua Palma d'Oro?

Tanti applausi e critica entusiasta per 'Mommy', il nuovo film di Xavier Dolan.
Dolan è una "anomalia" o una bella realtà del cinema mondiale, un inizio da attore, poi regista e ad appena 25 anni ha già cinque film diretti, scritti e montati sul suo personale curriculum (una cosa quasi fantascientifica in Italia).

'Mommy' racconta la storia di Steve (Antoine Olivier Pilon, autore di una straordinaria performance), un adolescente che soffre di deficit di attenzione e iperattività a cui, alla morte del padre, si aggiungono anche degli sfoghi violenti. Una condizione familiare in precario equilibrio, una madre travolta dalla condizione del figlio e una vicina di casa che diventerà una seconda mamma per Steve.

Xavier Dolan è un regista coraggioso e pieno di idee, in 'Mommy' non ha fatto tutto ma quasi: sceneggiatore, produttore, regista, montatore, costumista e redattore della cartella stampa. Particolare l'idea di girare il film in formato 1:1 e in francese québecois, una lingua praticamente incomprensibile, tanto che il film è stato sottotitolato. "Una scelta e un privilegio è una lingua che mi appartiene", ha spiegato Dolan in conferenza stampa, e sulla scelta del formato, "mi permetteva di valorizzare di più i personaggi nell'inquadratura, rendeva imprigionato lo sguardo dello spettatore e perché la restrizione mi permetteva di giocare con il linguaggio filmico nei momenti di gioia dei personaggi", momenti in cui il formato cambia in 16:9. Sul suo essere un "tuttofare", Dolan ha dichiarato: "È solo una questione di energia, è una necessità, è il mio modo di esprimermi: quando ho voglia di fare una cosa e penso di esserne in grado voglio farla pienamente. È come una droga, evidentemente io ho un ritmo di consumazione più alto". Al centro del film c'è la figura materna, un tema che stava molto a cuore al regista: "Trovo che sia un territorio ricco e ispiratore, mi piace che le madri e le donne abbiano ruoli forti. Io ho visto mia madre battersi per certe cose e abdicare su altre, fare un film sulle madri per me è come dar loro la possibilità di una rivincita", ha dichiarato.
Xavier Dolan è un personaggio anomalo, un fenomeno, ma non è un regista indipendente "integralista", ha infatti confessa che la sua ispirazione deriva da quello che forse è il blockbuster per eccellenza: Titanic. "Faccio l'attore dall'età di quattro anni, ho osservato tanti registi e visto tanti film", ha dichiarato il regista, "Anche se forse non è quello che vi aspettate, 'Titanic' è stato il mio più grande film ispiratore: mi ha affascinato per le regole di costruzione cinematografiche e perché mi ha dato il coraggio di lanciarmi in idee folli e ambiziose". Prossimo film? "Un film in inglese, ne ho scritto uno da tempo e lo sto proponendo ai produttori, aspetto una risposta. Intanto in autunno torno a scuola: ho voglia di una vita più normale", ha concluso Dolan. Intanto, prima di tornare a scuola, il suo film potrebbe prendersi qualche premio a Cannes, magari proprio la Palma d'Oro?

Altro film in Concorso, altri applausi, stavolta per un "vecchio" come Ken Loach e il suo film musicale 'Jimmy's Hall'.

Il film racconta di un giovane, realmente esistito, che fra gli anni '20 e '30 diventò un leader sindacale e politico che cercò di tenere unita la comunità grazie al ballo e al jazz.

'Jimmy's Hall' sarà l'ultimo film di Ken Loach? "Quando l’ho detto ero molto sotto pressione e mi trovavo davanti una montagna di lavoro", ha detto il regista che tempo fa ha annunciato di voler smettere con i film per dedicarsi ai documentari, "Pensavo: non ce la farò mai! Alla fine invece ce l’ho fatta, in qualche modo ci si arriva. Vedremo, è difficile pensare di smettere del tutto. Magari una piccola produzione potrei anche considerarla". Nel 2006 la Palma d'Oro con il film 'Il Vento che Accarezza l'Erba', che può essere considerato quasi un prequel di 'Jimmy's Hall'. "Perché no. Lì parlavo della guerra civile, di indipendenza, un momento importante della storia dell’Irlanda", ha detto Loach, "Qui esaminiamo un momento storico in cui c’è speranza, si vede un movimento in favore dei poveri e ancora si sperava che le cose migliorassero. In questo caso ci concentriamo su un villaggio, quindi un microcosmo, che serve però da lente di ingrandimento per arrivare a parlare di quello che accadeva nel paese". Per finire il film Loach ha dovuto fare un appello per mancanza di pellicola 35 mm, visto che ormai si gira soprattutto in digitale, e l'aiuto è arrivato addirittura dalla Pixar. "Ci siamo trovati in difficoltà perché pur avendo finito di girare il film ci mancava il nastro numerato che serve per coordinare il suono con l’immagine. E’ indispensabile", ha raccontato Loach, "Abbiamo chiesto aiuto e ce lo ha dato Steve Bloom, editor della Pixar, che ha trovato questo materiale ormai rarissimo, che ne aveva da parte in magazzino. Se avessimo dovuto convincere qualcuno a farlo da zero, sarebbe costato tantissimo. I giovani amano la tecnologia tradizionale. Personalmente il fatto che stia sparendo mi fa paura, quello che spero è che possa coesistere al fianco del digitale. Bisognerebbe lanciare qualche appello a proposito".


Nella sezione Un Certain Regard invece, è stato presentato il secondo film italiano del festival, 'Incompresa', diretto da Asia Argento. Nel cast Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko e la giovane Giulia Salerno. Un film che ha diviso la critica ma che ha raccolto anche pareri positivi.

Protagonista del film è la giovane Aria, 9 anni, sbattuta a destra e sinistra dai genitori divorziati e indifferenti nei confronti della figlia. La madre di Aria è una pianista di scarso successo che cambia uomo di continuo, il padre è un attore famoso, molto superstizioso, che ha con la figlia un rapporto quasi incestuoso. Ha tre sorelle maggiori, tutte più amate di lei e anche la sua migliore amica finisce per tradirla. Il suo unico vero amico è un gatto nero che Aria si porta sempre dietro quando vaga per la città per spostarsi da una casa all'altra.

L'esordio di Asia Argento in conferenza stampa è stato molto spontaneo, non ha aspettato che le facessero la domanda, sapeva già che glielo avrebbero chiesto, così ha messo le mani avanti e chiuso subito il discorso: il film non è un'autobiografia. "Facciamo una cosa diversa", ha esordito Asia Argento, "saltiamo la domanda se il film è autobiografico, se avessi voluto parlare di me avrei fatto un documentario. La mia infanzia non è poi così interessante. Non è un’autobiografia e non è un’autoanalisi, anche se sicuramente è un film personale". "'Incompresa' è un romanzo di formazione al contrario", ha spiegato Asia Argento, che come promesso si è presentata a Cannes con un look molto comodo sfoggiando il suo nuovo tatuaggio, "in cui sono soprattutto gli adulti che hanno bisogno di essere formati, o forse deformati, destrutturati. È dalla loro corazza di adulti che dovrebbero liberarsi e tornare a essere bambini, qualche volta". Un film raccontato dal punto di vista della giovane protagonista, una brava Giulia Salerno. "Quello che mi interessa è il punto di vista dei bambini, è a loro che il film è dedicato", ha detto Asia, "Il loro giudizio mi interessa molto più di quello dei critici. Intanto mia figlia, dopo aver letto la sceneggiatura, ha voluto assolutamente essere nel film. Lo dedico ai ragazzi e al bambino nascosto dietro a ogni adulto [...] credo che in Italia i film sui ragazzi siano sempre fatti guardando i bambini dall'alto: raramente i grandi si mettono in ginocchio per parlare con loro". La madre nel film ha il volto di Charlotte Gainsbourg, un'amica ma soprattutto un'attrice con cui Asia Argento ha sempre voluto lavorare: "È un’artista e una donna straordinaria. Già in un intervista del 2000, ai tempi del mio primo film, quando mi chiesero “se mai un giorno non reciterai nei tuoi film con chi ti piacerebbe lavorare” dissi Charlotte Gaisbourg. E non ci conoscevamo ancora".
Una Asia Argento sempre più regista e meno attrice. "Il mestiere dell’attore richiede sempre un certo ego, che in questo momento vorrei provare a limitare. Trovo che spiritualmente non mi faccia bene, perciò evito", ha detto onestamente Asia, "Ho fatto l'attrice per trent'anni, ho imparato tante cose ma ora non mi interessa più. Grazie al lavoro con tanti registi ho imparato a fare il cinema, ma è soprattutto dai macchinisti, dai direttori della fotografia che ho capito qualcosa della messa in scena. Oggi preferisco stare dietro la macchina da presa del tutto, l'esperienza di dirigermi da sola non la voglio fare più".

mercoledì 21 maggio 2014

Festival di Cannes 2014 - giorno 7

Ottavo giorno del Festival con due film in Concorso, 'The Search' di Michel Hazanavicius e  'Adieu au Langage' di Jean-Luc Godard.

Hazanavicius torna a Cannes dopo il trionfo di 'The Artist', e lo fa con un film totalmente diverso, 'The Search', che racconta la guerra in Cecenia. Nel cast Bérénice Bejo (che è anche la moglie del regista) e Annette Bening.

Molto diversa però l'accoglienza rispetto a quella riservata a 'The Artist'. Il film era stato messo fra i "palmabili" prima dell'inizio del festival ma le prime reazioni non sono state buone, è stato accolto da pochissimi applausi e qualche fischio. Anche le prime recensioni non sono affatto gentili col film di Hazanavicius.

Un film, 'The Search', che il regista aveva in mente da molto tempo. "Ho in mente questo film dai tempi di 'The Artist'", ha detto Hazanavicius, "Il successo del primo mi permette oggi di realizzare il secondo. Ogni mio film nasce da un desiderio di raccontare una storia. Il conflitto in Cecenia lo conosciamo solo per come ce lo hanno raccontato i cronisti, io volevo approcciarmi in modo più emozionale, con un rapporto diretto ai personaggi e alla storia". Una guerra, quella cecena, di cui si parla poco e che spesso viene dimenticata. "Questa guerra è stata combattuta nella colpevole indifferenza della comunità internazionale", spiega il regista, "È uno dei conflitti più violenti e sporchi che si sono combattuti negli ultimi anni. Nel 14-18 le stime delle perdite davano l’80% soldati e il restante civili. 50 e 50 nella Seconda Guerra Mondiale mentre in Cecenia le vittime civili superano nettamente il numero di quelle armate". Nel film c'è Annette Bening oltre che una serie di attori non protagonisti. "Non immaginavo che una star hollywodiana avrebbe risposto con tanto entusiasmo, ma mi ha detto che lo riteneva un film importante da fare e lo ha fatto", racconta il regista, "Per i ceceni abbiamo fatto un casting nei villaggi. Per quanto riguarda invece i russi mi sono mosso tra ucraini e moscoviti e ho scoperto una scuola attoriale veramente eccezionale".

Ritorna poi al Festival di Cannes, in Concorso, uno dei più grandi esponenti della Nouvelle Vague, Jean-Luc Godard. Il film, 'Adieu au Langage', è in 3D e in 70 minuti racconta la difficile comunicazione fra un uomo e una donna.
Misteriosa la sinossi ufficiale del film: "Una donna sposata incontra un single: si amano, litigano, s'accapigliano. Un cane erra tra città e campagna. Le stagioni passano. Un secondo film comincia...".


Oggi è stato anche il giorno di "Cannes Classic", protagonista della giornata Sophia Loren. Tanti applausi per lei ieri sera sul tapis rouge (applausi anche nei ristoranti in cui è stata!) e oggi la Loren si è divertita durante il photocall scherzando con i fotografi.

La Loren è stata invitata a Cannes per il restauro del grande film 'Matrimonio all'Italiana', per una Masterclass, una "lezione d'attrice", ma la Loren ha anche presentato il film 'La Voce Umana' (da Jean Cocteau), diretto dal figlio Edoardo Ponti.

Felice di vedere Mastroianni sul poster ufficiale del Festival che campeggia sul palazzo del festival. "Che bella emozione, qui c'è anche lui grazie a quel manifesto", ha detto la Loren durante l'intervista, "Marcello era straordinario, aveva un gran senso dell'umorismo, quando eravamo stanchi raccontava le barzellette. Abbiamo condiviso 20 anni di carriera lavorando e divertendoci". Un testo impegnativo quello de 'La Voce Umana' con cui l'attrice ha sempre voluto confrontarsi. "Un testo che ho letto quando ero molto giovane e che ho sempre sognato di fare", ha spiegato la Loren, "un monologo molto bello portato in scena da grandissime attrici, tra cui la straordinaria Anna Magnani. Se un'attrice vuole cimentarsi con qualcosa di importante sceglie sempre 'Voce Umana'".
Sophia Loren ha glissato sulle domande politiche ma non sul cinema italiano, l'attrice si è detta felice per l'Oscar a 'La Grande Bellezza'. "Sono felice che abbia preso l'Oscar, si deve cominciare da qualche parte", ha detto la Loren, che di Oscar a casa ne ha due, "e il successo porterà altre cose positive. In Italia abbiamo tante cose da dire, quelli che mancano sono i soldi". In splendida forma, non è affatto preoccupata degli 80 anni che compirà a settembre. "Che devo fare? Gli anni passano per tutti. Io comunque sto benissimo e ho tanta energia e voglia di fare. Mi resta infatti un sogno nel cassetto da realizzare,  ma di cui non voglio rivelare nulla, è troppo importante", ha concluso la Loren.

martedì 20 maggio 2014

Festival di Cannes 2014 - giorno 6

Settimo giorno al Festival di Cannes 2014 e in Concorso vengono presentati due film che potrebbero rientrare fra i premi finali.

Tornano a Cannes i fratelli Dardenne e raccontano una storia di povertà e speranza. 'Deux Jours, Une Nuit', con una bravissima Marion Cotillard come protagonista nei panni di una operaia, Sandra, sul punto di essere licenziata da una fabbrica dopo aver avuto un periodo di depressione da cui si sta ancora riprendendo. Sandra deve cercare di convincere i suoi colleghi, messi all'angolo dal padrone, dal caporeparto dalla propria situazione o dalla famiglia, a rinunciare a un bonus di 1.000 euro che le permetterebbe di essere riassunta. Ha due giorni e una notte per convincerli, ad aiutarla solo il marito (Fabrizio Rongione).

Tema molto attuale che racconta la difficile situazione in cui si vive oggi, il film ha ricevuto ottime critiche e molti applausi dopo la proiezione stampa. "La crisi economica non favorisce certo la solidarietà, ma questa non è mai stata una cosa scontata, va sempre costruita", dice saggiamente Luc Dardenne nella conferenza stampa, "La solidarietà richiede un atto morale, una decisione. Dunque non credo che sia diminuita nei tempi attuali e il film mostra che esiste ancora, che Sandra, pur non avendo una coscienza politica o sindacale, ce la fa a costruirla". In un mondo in cui la gente pensa prima a sé stessa e poi agli altri la solidarietà è difficile. "Hanno tutti delle buone ragioni per dire di sì o di no", ha dichiarato Jean-Pierre Dardenne, "Hanno bisogno di quei soldi per pagare le bollette o l’affitto o le tasse universitarie dei figli". Ma nel finale non hanno rinunciato alla speranza. "Avevamo pensato varie soluzioni per il finale", continua Jean-Pierre, "alla fine abbiamo scelto di mostrare come la solidarietà dei colleghi e il sostegno del marito trasformano questa donna, all'inizio disperata e insicura".
Ottima la prova di Marion Cotillard, quasi senza trucco per tutto il film, che si è calata perfettamente nei panni dell'operaia Sandra. "Volevamo assolutamente fare un film con Marion. È un'icona", dice Luc Dardenne sull'attrice, "ma grazie al lavoro che facciamo, che è un lavoro molto concreto, molto fisico - camminare, cadere e rialzarsi, rispondere al telefono - è diventata Sandra, operaia, madre di due bambini, insicura e fragile. E ha trovato la giusta distanza anche nel rapporto col marito". "Amo recitare nel ruolo di esseri umani che si battono per la propria vita e che scoprono delle cose nuove in questo percorso", confessa Marion Cotillard, "le persone che riescono a sopravvivere e venir fuori da situazioni complicate mi commuovono profondamente. Amo scavare nel ruolo e capire come funziona la persona che andrò a interpretare, cos'ha dentro, e da lì passo poi all'esteriorità. Il lato fisico di solito segue quello che succede dentro al personaggio, quindi cerco sempre di andare più in profondità che posso". Un ruolo che potrebbe farle vincere la Palma come migliore attrice, e all'attrice l'idea non dispiace affatto. "Non penso mai ai premi quando scelgo i film. Forse il fatto di non pensarci è solo una forma di protezione personale, ma è così che funziono, non mi preoccupo, ma naturalmente ogni riconoscimento è molto apprezzato, anche perché in caso di premi, come l’Oscar per 'La Vie en Rose', apre la strada a tanti altri progetti interessati", ha detto onestamente la Cotillard.

Altro film in Concorso, altro film che potrebbe avere chance per i premi finali. Quarta volta a Cannes per la regista giapponese Naomi Kawase che presenta il suo film 'Futatsume No Mado' ('Still the Water').

Vita, morte, natura, religione, spiritualità, la famiglia, nel film sono presenti tutti i temi cari alla regista che ha ambientato il film sull'isola di Amami, un luogo a cui è legata per motivi familiari. "La mia bisnonna era una sciamana", ha raccontato la regista durante la conferenza stampa, "Tutti noi, fin da quando nasciamo, sappiamo che moriremo e la morte è un legame tra questa vita e il mondo che ci attende. Se dimentichiamo che esiste questo legame ci sentiamo insoddisfatti e spaventati. Mentre gli abitanti dell'isola di Amami non hanno un atteggiamento negativo verso la morte, al contrario pensano che chi muore torni al villaggio natale". Il film è stato molto applaudito, ha ricevuto grandi consensi, e fra i tanti premi vinti dalla regista, la Palma ancora le manca. "E' una frase ad effetto usata dai media giapponesi... Credo che 'Still the Water' sia un'opera importante per me, ma la cosa più importante è che arrivi al pubblico in tutto il mondo e Cannes è un ottimo punto di partenza per questo", ha detto la Kawase.


Nella sezione Un Certain Regard, è stato presentato il primo film da regista di Ryan Golsing, 'Lost River'. Nel cast Christina Hendricks, Matt Smith, Reda Kateb, Ian De Caestecker, Eva Mendes e Saoirse Ronan (queste ultime assenti al festival).

Una storia molto dark, che a volte somiglia a una favola. Il film racconta di una madre single, Billy, che vive con il figlio diciottenne, Bones, nel villaggio di Lost River. Avendo bisogno di soldi, Billy accetta un lavoro in un night club dove le ragazze si esibiscono in danze macabre e raccapriccianti. Quando Bones scopre un passaggio segreto che conduce a una misteriosa città subacqua, madre e figlio dovranno lottare per sopravvivere.

Un progetto molto ambizioso, accolto da pochi applausi e da qualche mugugno. Per la sua prima regia, Ryan Golsing ha attinto dai registi con cui ha collaborato, in particolare dal suo amico Nicolas Winding Refn (che a Cannes è presente in Giuria), ma nel film si possono trovare anche delle influenze di David Lynch, nelle atmosfere surreali e inquietanti. Influenze dichiarate dallo stesso Gosling, che ha ammesso di aver preso spunto dai suoi maestri. "Ho imparato molto da loro, però ho anche capito che non è uno stile che puoi adottare quando ti pare", ha detto l'attore, "Malick, o Refn, hanno una visione forte e un punto di vista radicale. Hanno un filtro attraverso cui passa qualsiasi cosa e che è unico per ciascuno di loro. Ho provato ad omaggiarli, visto che li ammiro, ma non ad imitarli".

lunedì 19 maggio 2014

Frame by Frame: Guardians of the Galaxy [FULL TRAILER]

Come da programma, la Marvel ha rilasciato online il nuovo full trailer di Guardians of the Galaxy, cinecomic diretto da James Gunn che farà il suo debutto nelle sale italiane il 28 ottobre (in agosto negli USA).

Il bizzarro equipaggio della nave stellare "Milano" è composto da: Peter Quill/Star Lord (Chris Pratt), Gamora (Zoe Saldana), Drax (Dave Bautista), Rocket (con la voce di Bradley Cooper) e Groot (voce di Vin Diesel).

Questo equipaggio fuori dal comune sarà costretto ad allearsi per fronteggiare il terribile Ronan, un folle che minaccerà la sicurezza della galassia
Nel cast anche Glenn Close, Lee Pace, Djimon Hounsou, Micheal Rooker, John C. Reilly, Karen Gillan e Benicio Del toro.


Ecco il Frame by Frame del full trailer di Guardians of The Galaxy: