mercoledì 18 dicembre 2013

Oscar 2014: Philomena - la recensione

Philomena Lee (Judi Dench) è un anziana donna irlandese che, dopo 50 anni di silenzio, dice alla figlia che da ragazza è stata chiusa quattro anni in un convento a causa di una gravidanza avvenuta fuori dal matrimonio.
La figlia, per caso, incontra il giornalista Martin Sixsmith (Steve Coogan), e gli propone di scrivere un libro sulla storia di sua madre, chiedendogli di aiutarla a ritrovare il figlio che le suore del convento le hanno portato via. Dopo un primo momento di perplessità, Martin accetta e parte con Philomena alla ricerca di tracce di quel bambino che sembrano perdute nel tempo.

Una bella storia quella di Philomena, una di quelle che sembrano trovarsi solo nei libri. Invece questa è una storia vera, portata sul grande schermo da Steve Coogan, che ha curato la sceneggiatura, e Stephen Frears ('The Queen' e 'Le Relazioni Pericolose') alla regia.
Un'ottima sceneggiatura, scritta in maniera perfetta. È drammatico, ma la presenza di personaggi così ironici rende il tutto godibile e a tratti molto divertente. Steeve Coogan ci mostra in Martin la faccia scettica di chi ha ricevuto tante delusioni dalla vita, delusioni che lo hanno portato a non credere in nulla. Mentre Philomena, nonostante abbia avuto molte più delusioni, è una persona molto positiva, cerca sempre di trovare il meglio nelle persone, le considera tutte speciali a modo loro ed è riuscita a mantenere salda la propria fede, ritenendo che tutto quello che è successo è stata comunque colpa sua e del suo "peccato".
Judi Dench veste alla perfezione i panni di Philomena, un personaggio che è impossibile non amare per la sua ironia e, ovviamente, la grande interpretazione dell'attrice, che probabilmente vedremo nominata anche ai prossimi Oscar.


Philomena è sicuramente un film da vedere, consigliato a tutti quelli che non vogliono un classico  drammone, ma che vogliono passare una serena serata ed uscire dalla sala con un sorriso.

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