domenica 5 maggio 2013

Il Cecchino - la recensione

Michele Placido si trasferisce in Francia e si cimenta in un polar, e già che c'è prova anche a fare un po' l'americano.

Parigi. Il capitano della polizia, Matei, (Auteuil) vuole incastrare una banda di rapinatori. Ci va molto vicino ma un cecchino, appostato su un palazzo,  gli rovina il piano e permette ai rapinatori di fuggire. Una telefonata anonima permette alla polizia di arrestare il cecchino (Kassovitz), un tiratore scelto che si pensava fosse morto in Afghanistan. Ma qualcuno si muove alle spalle della banda. Il cecchino fugge dal carcere e va alla caccia di chi l'ha fatto arrestare e ha ucciso prima la donna che ha amato e poi il suo avvocato. Matei e il cecchino, si muoveranno parallelamente alla ricerca del vero "mostro" che li porterà a tirare fuori un evento passato che li unisce.

Placido fa il francese. Ambientazioni grigie e fredde, clima invernale, il film si mimetizza perfettamente nel genere del polar, almeno nell'aspetto e in qualche personaggio. Poi però Placido esagera. Dopo un bell'inizio che fa pensare al meglio, il film si perde tra capovolgimenti di fronte che provano a rendere più intricata e misteriosa una storia che il mistero non lo vede nemmeno da lontano e personaggi privi di spessore. Placido poi trasborda in Michael Mann, prova a creare un dualismo/parallelismo tra poliziotto e criminale che strizza l'occhio a 'Heat - La Sfida', e, non ancora soddisfatto, abbonda con i clichè, e ci inserisce: un oscuro episodio passato che lega i due protagonisti; un cattivo che all'inizio non sembra il cattivo ma che è lo stereotipo del viscido perverso di tutti i film; un criminale con fidanzata ad aspettarlo; una banda di criminali che in fondo hanno anche un'anima.

Il cast, pare in parte imposto dalla produzione transalpina, vede due volti cari al cinema francese: Daniel Auteuil e Mathieu Kassoviz, entrambi fanno il loro dovere senza infamia e senza lode. Olivier Gourmet è un cattivo classico e troppo stereotipato. Inadeguati Luca Argentero e Violante Placido, che tra l'altro si doppiano pure male. Comparsata di un minuto per Michele Placido e una di 30 secondi per Fanny Ardant.

Placido non ce ne voglia ma presentare 'Il Cecchino' come il "'Romanzo Criminale' francese" è una mossa commerciale che sminuisce il bel film sulla Banda della Magliana. Non è un 'Romanzo Criminale' in salsa francese, il risultato è un film che si veste da polar ma rimane sospeso fra la voglia di essere un francese, italiano e un po' americano. 'Il Cecchino' è un film medio, ben confezionato nell'aspetto ma che non lascia molto a chi lo vede.


Frra

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