mercoledì 11 luglio 2012

'Soul Surfer' (inedito al cinema) - la recensione


Bethany Hamilton è nata alle Hawaii ed è cresciuta fin da piccola a stretto contatto con l'oceano e le onde. Proprio in acqua tra le onde ha da sempre coltivato la passione per il surf, trasmessa dai genitori (Dennis Quaid ed Helen Hunt) e dai due fratelli maggiori.
A 13 anni Bet si prepara alle gare regionali; trovato lo sponsor, il suo sogno più grande, ovvero quello di diventare una surfista professionista, sembra prossimo ad avverarsi. Ma il destino, quando le cose sembrano andare per il verso giusto, si sà, gioca sempre dei gran brutti scherzi. Infatti una mattina, durante l'allenamento in vista delle gare, una tragedia darà una radicale battuta d'arresto ai sogni e alla felicità della talentuosa surfista. L'attacco di uno squalo le costerà un braccio. Salva praticamene per miracolo Bet capirà che la vita non è più quella di prima e sarà dura riuscire ad imparare ad accettarla. Gli ostacoli saranno tanti, ma la determinazione di Bett, la passione per il surf e l'amore della famiglia la aiuteranno a tornare sulla cresta dell'onda.

La reale trama di questo film ai tempi dell'uscita del primo trailer fu inspiegabilmente celata dietro le immagini edulcorate di quello che sembrava essere un mero teen movie sul surf uscito da Disney Channel. In realtà il film è un vero e proprio drammone, commovente e dall'alto tasso lacrimevole, per niente leggero e spensierato come chiunque avrebbe scommesso. 
E' un film sul coraggio, sulla determinazione, sul mai arrendersi di fronte ai grandi ostacoli della vita. E Bet è l'emblema di tutto ciò. Nei brutti momenti a volte bisogna imparare a guardare le cose da un'altra prospettiva per riuscire a trovarne un senso e uscirne a testa alta. "Soul Surfer" è quindi un film che punta al cuore dello spettatore in maniera efficace, carico di messaggi positivi e buoni sentimenti. Il tutto condito in salsa hollywoodiana, impacchettato come solo in america sanno fare. Alcuni storceranno il naso e rischieranno il diabete di fronte ad un eccessiva stucchevolezza, di fronte ad alcune frasi che suonano finte e studiate a tavolino. Altri, come il sottoscritto, invece riusciranno a chiudere un occhio consapevoli che la storia di Bethany Hamilton è vera più che mai (le immagini della reale Bet nei titoli di coda certificano la veridicità di gran parte delle situazioni del film). E' una consapevolezza che rafforza la vicenda raccontata. Chi è di questo avviso, durante la visione, riuscirà a mettere da parte i difetti e ad individuarne i pregi, che ci sono. Come la sequenza al cardiopalma dell'incidente, con un montaggio micidiale propulsore di angoscia e che mette in risalto la personalità di un regista apparentemente anonimo. O ancora l'ottima prova dell'intero cast, con una nota di merito alla bravissima protagonista AnnaSophia Robb, che già ai tempi di "Un Ponte di Terabithia" diede segnali di talento recitativo.
 In conclusione se il Surf è uno sport che vi fa impazzire (il mio giudizio è un pò di parte per questo, lo ammetto) e pensate che ogni tanto si senta il bisogno di questi film che mirano dritti al cuore, e che stranamente riescono ancora ad emozionare sebbene seguano da sempre gli stessi canoni e stereotipi di un registro classico ormai stra abusato, allora "Soul Surfer" fa per voi.

Voto: 7
Mr.Carrey


0 commenti:

Posta un commento