mercoledì 25 aprile 2012

'Hunger' - la recensione


Notevole debutto alla regia di Steve McQueen, classico esempio di esordiente con altissima urgenza espressiva.
"Hunger" è un film crudo, violento, politico, denso di significato, commovente, che omaggia l'integrità morale di un uomo: Bobby Sands. Hunger racconta le ultime sei settimane di vita del repubblicano irlandese in pieno sciopero della fame.
Chi sia stato Bobby Sands, quali le ragioni politiche sue e di altri appartenenti all'IRA rinchiusi nelle prigioni inglesi, appartiene alla storia ed è sufficiente informarsi.
E' alle ragioni più intime delle sue scelte, però, che McQueen prova a dare voce e lo fa in quello che è il cuore di questo suo bellissimo film, il dialogo serratissimo tra Sands ed il prete, un piano sequenza di ben 20 minuti, raramente capita di assistere ad uno scambio così pieno di significato, ad un confronto intellettuale forte e doloroso e allo stesso tempo quasi sfrontato, sincero fino alla crudezza, palpitante intelligenza e vita.
C'è un prima di quel dialogo che ci spalanca le porte della prigione e ci fa entrare a sentirne i rumori, gli odori, a immedesimarci nelle privazioni e nelle violenze, che espone la cruda fisicità dei corpi diventati strumenti di protesta, dove la sporcizia intacca le pareti, ma non l'integrità delle idee: spogliati di tutto, l'unico vestito da poter indossare.
E c'è un dopo quel dialogo, che è il martirio di Bobby Sands che martire non voleva essere, ancora il proprio corpo usato come testimonianza e lotta, la discesa verso l'agonia che lo trasfigurerà fino a farlo assomigliare al Cristo deposto quando, senza più forze, si abbandona in braccio al suo aguzzino.
Il corpo che, nel perdere il peso fisico, acquista una spiritualità non religiosa, ma che tanto le si avvicina, ed esalta la forza dell'uomo che fa quello che crede sia giusto fare, che dona letteralmente anima e corpo ai propri ideali.
Opera potente visivamente e nei contenuti che scandalosamente arriva dopo ben 4 anni nelle sale italiane. Non perdete l'occasione.

Mr.Carrey

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